Coronavirus, i dati mondiali aggiornati alle 6.00 di questa mattina

L’Italia è il secondo paese per numero di vittime e di contagi; ma troppi dati non risultano omogenei.

La tabella dell’istituto Johns Hopins che si aggiona di minuto in minuto

I dati Johns Hopkins

Una delle statistiche più autorevoli e più utilizzate dagli operatori mondiali dell’informazione è quella dell’Istituto Universitario americano Johns Hopkins. Il JH ha creato un coronavirus resource center immediatamente dopo l’emergenza di Wuhan e da allora elabora tutti i dati statistici che arrivano da ogni singolo governo e dall’Organizzazione mondiale della sanità.

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L’ultimo aggiornamento

Secondo gli ultimi dati diffusi questa mattina alle 6.00 l’Italia è il secondo focolaio del mondo dopo la Cina con oltre novemila casi accertati e 473 vittime. I dati non sono perfettamente in linea con quelli diffusi dalla protezione civile nella conferenza stampa quotidiana delle ore 18 ma tengono conto anche delle notizie diffuse da altre istituzioni.

Qualcosa non torna

Tuttavia, anche senza utilizzare i dati del John Hopkins, qualcosa sembra non tornare: restano molti dubbi, per esempio, sui dati della Cina che secondo gli statistici sarebbero considerevolmente sottodimensionati. La Cina sta dando grande risalto al fatto che a Wuhan la situazione sta gradualmente migliorando. È di poche ore fa la notizia che il presidente cinese Xi Jinping si è recato in visita ufficiale a Wuhan a dimostrazione che l’emergenza sarebbe sotto controllo. Ma ci sono province dove il contagio sta assumendo quasi le stesse proporzioni iniziali della provincia dell’Hubei e non ne parla quasi nessuno.

Il caso Corea del Sud

La Corea del Sud ha un tasso di mortalità bassissimo: a fronte dei suoi 7.513 casi accertati Seoul ha ufficializzato “solo” 54 vittime, quasi tutte concentrate nella zona più colpita, quella di Daegu. Davvero troppo poche. La Corea sostiene che la scelta di isolare immediatamente i primi malati negli ospedali militari si è rivelata eccellente perché così facendo non si sono sovraffollati gli ospedali e si è evitato il contagio tra medici e infermieri. Ma stando agli osservatori il numero delle vittime in Corea del Sud sarebbe molto più alto.

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La Germania e la Francia

Quello di ieri è stato il lunedì nero italiano in termini di contagi e decessi. Ma anche in Germania e Francia le statistiche cominciano a preoccupare: ieri Berlino ha ammesso le prime due vittime (a fronte di un migliaio di persone contagiate) ponendo in quarantena un’intera cittadina di oltre cinquemila persone. La Francia secondo il John Hopkins Institute è il secondo paese europeo più colpito con oltre 1.400 contagi e 30 vittime

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