Coronavirus. Anche l’Aifa ci crede: via alla sperimentazione del Tolicizumab

L’agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera alla sperimentazione del farmaco Tolicizumab, già provato con successo su alcuni pazienti contagiati. Napoli e Modena saranno i capo fila dell’utilizzo del farmaco.

 

Una nuova speranza nella cura del Covid-19, o meglio, sul miglioramento dei tempi di terapia intensiva dei contagiati, arriva anche dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che oggi ha approvato il protocollo della sperimentazione scientifica del Tolicizumab. Napoli e Modena saranno i capofila. “Partiremo con priorità immediata in 10-15 giorni su 250 pazienti in Italia”. Lo ha detto all’Ansa Vincenzo Montesarchio, infettivologo dell’ospedale Cotugno di Napoli che sta lavorando insieme a Paolo Ascierto, direttore dell’unità di immunologia clinica del Pascale, sull’effetto positivo del farmaco sulla polmonite indotta dal Coronavirus.

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La COVID-19, o coronavirus (SARS-CoV-2), causa in circa l’80 per cento dei casi sintomi lievi come febbre e tosse secca, ma nei restanti può portare a polmoniti che richiedono il ricovero in ospedale e, nei casi più gravi, l’intubazione in terapia intensiva. Non esiste una cura contro il coronavirus, quindi i farmaci somministrati ai pazienti più gravi servono per lo più per ridurre l’infiammazione e i sintomi in attesa che il sistema immunitario superi l’infezione virale. Diverse ricerche cliniche basate sui risultati ottenuti nel trattamento dei pazienti, hanno comunque indicato benefici per i pazienti trattati con farmaci antivirali, che contrastano la replicazione del coronavirus nell’organismo. Il tocilizumab non è un farmaco antivirale: serve per trattare l’artrite reumatoide, una malattia cronica che causa infiammazioni e deformazioni alle articolazioni a causa della scorretta attività del sistema immunitario. È una malattia che può diventare invalidante e che si stima interessi l’1 per cento della popolazione mondiale. Considerata la funzione del tocilizumab, ricercatori e medici si sono chiesti se i pazienti potessero trarre beneficio dal farmaco anche nei casi più gravi di COVID-19, evitando che la risposta infiammatoria finisca fuori controllo. Uno studio realizzato in Cina ha riguardato una ventina di pazienti con sintomi gravi da coronavirus e trattati con tocilizumab, che hanno mostrato segni di miglioramento a meno di due giorni dalla somministrazione del farmaco.

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