Coronavirus, gli Stati Uniti schierano le navi ospedale

Due grandi navi ospedale attraccate nei porti di Norfolk e S.Diego: duemila posti letto, oltre duemila medici pronti ad intervenire. Gli Stati Uniti si preparano ad affrontare la pandemia.

Una delle caratteristiche della pandemia di coronavirus è la difficoltà enorme che la diffusione del contagio crea ai sistemi sanitari dei paesi colpiti. Per gestire questo aspetto del problema gli USA hanno iniziato a dispiegare ogni risorsa possibile: incluse due enormi navi ospedale militari. Le navi ospedale USNS Mercy e USNS Comfort — due grosse imbarcazioni militari progettate per offrire assistenza medica in scenari di guerra —  attraccheranno infatti rispettivamente a Norfolk, in Virginia, e a San Diego.

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Quando sono predisposte per operare a pieno regime, le due navi ospedale ospitano 71 membri dell’equipaggio e 1.200 tra dottori, infermieri e altro personale medico. Ci vorranno cinque giorni prima di attrezzare le navi per iniziare ad offrire assistenza medica ai contagiati. Fonti di stampa specializzata spiega che la Mercy è già in funzione, mentre per la Comfort ci vorrà ancora un po’. Entrambe le navi ospedale risalgono agli ultimi anni della guerra fredda e sono state progettate nell’ipotesi in cui il conflitto potesse estendersi su larga scala. Sono navi classificate come veicoli ausiliari e non come navi da guerra. È il motivo per cui sono accompagnate dal prefisso USNS, che sta per U.S. Naval Service. Le due navi misurano 272 metri di lunghezza: ospitano 12 sale operatorie completamente equipaggiate, 1.000 letti, un reparto di radiologia, un laboratorio medico, una farmacia e un laboratorio di optometria.

I pazienti possono essere portati a bordo della USNS Mercy e della USNS Comfort sia usando imbarcazioni più piccole, che per via aerea: entrambe sono dotate di pista di atterraggio per elicotteri. Insomma, dopo aver snobbato e minimizzato il Covid-19, sembra che Donald Trump abbia cambiato idea. Quello che è avvenuto in Cina e sopratutto quello che sta avvenendo in Italia ed in Europa ha evidentemente convinto il presidente degli Stati Uniti e chi lo consiglia a prendere sul serio il coronavirus. Molti esperti infatti sostengono che il sistema sanitario americano, fondato sulle assicurazioni sanitarie e sulle strutture private, non abbia la visione politica e sociale per affrontare un tipo di minaccia di questo tipo. Il dispiegamento delle risorse militari potrebbe in qualche modo sopperire alle possibili carenze strutturali dell’offerta sanitaria pubblica.
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