Ultras | scoppia la polemica attorno al film Netflix sui tifosi napoletani

Secondo la madre di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso da un ultrà della Roma nel 2014, il nuovo Ultras diretto da Francesco Lettieri è una “Gomorra del calcio”. La donna accusa Netflix e il regista del film di aver infangato la memoria del figlio e distorto la realtà dei fatti.

Sono durissime le accuse che Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ucciso da un tifoso della Roma nel 2014, rivolge nei confronti del regista del film Ultras, spaccato del mondo dei tifosi napoletani disponibile dalla scorsa settimana su Netflix.

La madre di Ciro Esposito contro Ultras

La Leardi, presidente dell’Associazione “Ciro Vive” dedicata alla memoria del figlio scomparso sei anni fa, è stata molto dura con il regista Lettieri: “Come dicevo al mio avvocato Pisani, dopo il danno la beffa. Un film doloroso e surreale, una Gomorra del calcio. In questo film sembra che tutto ciò che ho fatto in questi anni sia stato spazzato via, e il nome di mio figlio, ancora una volta verrà infangato. Questo film è una pugnalata al cuore ed una offesa nei confronti non solo della mia famiglia ma anche e soprattutto della memoria di Ciro, mio figlio”.

“Infangata la memoria di mio figlio”

Il film di Lettieri racconta il mondo del tifo organizzato in maniera molto esplicita e senza sconti, ma secondo la madre di Ciro Esposito “la narrazione del film, anche solo del trailer, è solo offensiva”. “Ciro non è mai appartenuto a quel mondo che viene descritto nel film”, spiega la Leardi. “Ma soprattutto non ci identifichiamo nei sentimenti e nei messaggi che vengono in questo film promossi. Nei giorni successivi al ferimento di mio figlio, gli ultras avrebbero potuto scatenare una spirale di odio che invece non si è mai verificata”.

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L’accusa

“Mio figlio è morto per un deliberato atto di violenza”, conclude la donna. “E dal momento della sua morte, tutta la mia famiglia, si è prodigata per diffondere un messaggio di non violenza che abbiamo condiviso nelle TV, negli eventi, negli stadi e nelle scuole. Questo voglio sia chiaro e, nel film, non emerge nessuno di questi messaggi”.

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