Il ragazzo di Cremona, rimasto in terapia intensiva dopo la positività al Coronavirus, è stato accompagnato dalla madre. “Ora vorrei tornare a fare l’idraulico”, ha detto Mattia all’uscita dall’ospedale.
Mattia ce l’ha fatta a sconfiggere il Coronavirus. Il ragazzo di 18 anni, divenuto uno dei simboli della lotta contro il Covid-19, è stato dimesso questa mattina dall’ospedale di Cremona. E a fargli forza e a mostrare il proprio supporto in uno dei momenti decisivi, quello della fine dell’incubo, c’erano quei medici che lo hanno scortato in questa battaglia. I medici e gli infermieri dell’ospedale cremonese che, dopo la sua uscita dalla stanza in cui Mattia ha vissuto un vero incubo, lo hanno accompagnato fino alla porta di uscita del nosocomio con i loro applausi. Il tutto mentre la madre accompagnava Mattia verso l’uscita.
E le prime parole di Mattia dopo l’uscita dall’ospedale sono quelle di un ragazzo che all’inizio quasi non si rendeva conto della gravità della situazione. “È stata una esperienza dura. Ma fin dall’inizio mi sono ripromesso di lottare e di rimanere qua. Appena sveglio ho pensato: ‘dove sono? Cosa faccio qua?’. Qualche giorno dopo mi sono reso conto che avevo superato una bella lotta”. Il Coronavirus è stato una bestia da affrontare con grande forza di volontà, oltre che con l’aiuto di quei medici e del personale sanitario. Una vera e propria equipe di “angeli custodi”, come Mattia li ha definiti non appena ha preso coscienza.
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Il risveglio è stato uno dei momenti migliori per Mattia, il quale ha ammesso di “aver cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel”. Poi il trasferimento dalla terapia intensiva al reparto di degenza: “Qui mi sono sentito finalmente fuori pericolo”, ha detto Mattia. E poi c’è il sostegno anche delle persone a lui care. Non solo la famiglia, ma anche i compagni di scuola, gli amici e persino gente che non conosceva il ragazzo di 18 anni. Tutte persone che, nel loro piccolo, hanno dato quel pizzico extra di coraggio e di forza di volontà che sono serviti a Mattia per sconfiggere il Coronavirus.
Già, quel Coronavirus che Mattia all’inizio “aveva sottovalutato e non pensava arrivasse a questo livello. Adesso spero che la gente si renda conto e che non vada in giro senza mascherina o per fare cose inutili”. E ai suoi coetanei e ai tanti giovani Mattia prova a dare un insegnamento: “Come è capitato a me può capitare anche a loro”, ha detto. Ma lui si è appena svegliato e può riprendere una vita che si avvicini poco per volta alla normalità. In primis la ripresa degli studi per la maturità, poi un desiderio sul piano lavorativo: “Vorrei fare l’idraulico”. Ma prima ci sarà il ritorno a casa, l’abbraccio con la sua famiglia e i suoi cani. Perchè Mattia ce l’ha fatta.