Coronavirus, deputato della Lega entra alla Camera con la febbre

Questa mattina in Aula, in un clima permeato di vari scontri tra Lega e Pd in merito alle misure di sicurezza anti coronavirus alla Camera, un deputato del Carroccio si è presentato con la febbre. 

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Continuano i lavori alla Camera, focalizzati soprattutto sulle battute finali della prossima parte del dl Cura Italia, composta cioè dal decreto aprile e da quelle che saranno le varie disposizioni emanate per avviare in sicurezza la cosiddetta Fase 2. Ma proprio a proposito di sicurezza e di misure anti contagio, sono saltate all’orecchio dell’ANSA delle voci piuttosto singolari – e preoccupanti – in merito al partito del Carroccio.

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Secondo quanto riportato dai giornalisti, infatti, pare che un deputato del gruppo Lega sia entrato questa mattina alla Camera con una temperatura corporea sopra il limite consentito dalle norme di sicurezza. Al momento del controllo medico, avvenuto come da prassi all’ingresso della Camera, il deputato pare presentasse la febbre, misurando 37.7 gradi di temperatura – tre decimi in più oltre il limite consentito.

Secondo quanto previsto dalle disposizioni, il parlamentare non sarebbe potuto entrare nell’edificio se non dopo il responso favorevole di altri controlli medici; tuttavia, quando l’infermiere gli ha chiesto di effettuare una nuova misurazione, questi è voluto entrare lo stesso nel palazzo di Montecitorio, violando dunque le norme di sicurezza.

Entrato quindi nonostante le rimostranze dei commessi, il deputato sarebbe stato anche sprovvisto di mascherina, e sarebbe stato dunque richiamato più volte dalla presidente di turno dell’Assemblea, Maria Edera Spadoni. Solo dopo diverse sollecitazioni, infine, il parlamentare avrebbe indossato il dispositivo di protezione individuale.

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Scontro tra Lega e maggioranza sulle norme di sicurezza in Aula

Raccomando i colleghi a indossare sempre la mascherina e rispettare le norme di sicurezza che abbiamo stabilito“. Queste, dunque, sarebbero le parole ripetute più volte questa mattina da Maria Edera Spadoni in Aula alla Camera. E anche il Presidente Fico si è dovuto appellare a quei deputati che non hanno fatto correttamente uso del dispositivo di protezione.

Al di là dell’irresponsabilità del parlamentare leghista, però, sembrerebbe che non si tratti di una forma di protesta o di indisciplina, ma di una “dimenticanza occasionale” – come riporta l’Adnkronos. Fa buffo però pensare come, in un clima del genere, possano poi sollevarsi delle critiche tra Lega e maggioranza proprio sulle stesse misure sanitarie atte a garantire la sicurezza in Aula contro il contagio da Covid-19.

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Ciò che infatti è stato contestato dal Carroccio questa mattina è la distanza sociale minima, che deve essere di almeno un metro, tra i banchi nell’emiciclo. “Le forze di maggioranza sui propri banchi non hanno rispettato nessuna norma sul distanziamento sociale. Presidente Fico intervenga, visto oggi la loro composizione numerica, sono venute meno a quell’accordo, basato su quote, che lei ha siglato all’ultima capigruppo”, ha esordito il leghista Edoardo Ziello, facente parte dello stesso partito del parlamentare presentatosi senza mascherina e con la febbre.

Ad ogni modo, secondo quanto precisato dalle fonti della Camera, alla fine del dibattito e in genere alla fine di tutte le varie attività che vengono svolte nell’Aula, come da protocollo vengono effettuate le varie procedure di sanificazione dell’ambiente.

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