Coronavirus, medico del Cotugno: “Guerra non è finita, ce la porteremo fino a gennaio”

Nonostante il Paese sia entrato ufficialmente nella Fase 2, la guerra contro il coronavirus non è ancora finita: Nicola Maturo, medico dell’ospedale Cotugno di Napoli, ha parlato chiaro, lanciando anche un messaggio di avvertimento ai suoi corregionali.

maturo - cotugno napoli

Nell’ultima intervista concessa ai giornalisti di Fanpage, il medico Nicola Maturo, responsabile del Pronto Soccorso del Cotugno di Napoli parla di una “guerra” ancora in atto, quella che stiamo portando avanti contro il coronavirus. Una guerra della quale siamo tutti responsabili, perché per vincere dobbiamo necessariamente rispettare le regole di sicurezza e di distanziamento sociale, almeno fino a quando non si avrà a disposizione un vaccino o una terapia.

Mascherine e distanziamento, dunque, sono per il momento le armi più efficaci contro il Covid-19, ma dal fronte medico arrivano nuove speranze: la possibilità che la terapia al plasma possa finalmente aiutare a combattere l’infezione, aiutare i malati a guarire. Si tratta di un metodo sperimentale, ma che il nosocomio di Napoli ha intenzione di sfruttare appena verrà data l’autorizzazione.

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Maturo sul Coronavirus: siamo ancora in guerra

La Campania, come tutta l’Italia, è ufficialmente entrata nella Fase 2, la fase di convivenza con il virus. Le misure restrittive sono state allentate, sempre con molta prudenza, da parte del governo; ma questo non deve trarre in inganno, siamo ben lontani dalla normalità. “Siamo ancora in guerra, ma la guerrà durerà fino a quando non avremo una vaccinazione o una terapia idonea. Noi per il momento ci stiamo convivendo con il virus, ma siamo ancora in guerra“, spiega infatti Nicola Maturo.

E “siccome non è stata ancora trovata una terapia, non esiste un vaccino, si usano e si sperimentano varie soluzioni“, sottolinea ai giornalisti di Fanpage. “L’ultima è la terapia del plasma. Non appena verrà approvata dal Comitato etico, cominceremo con la plasma terapia. Cioè usare praticamente il sangue di persone, il plasma di quelle guarite, che presentano una carica anticorporale notevole, per permettere agli ammalati ricoverati qui in ospedale di guarire a loro volta. Si fanno delle prove, come è stato fatto per il farmaco antireumatico. Si prova, l’importante è non nuocere all’ammalato“.

Campania in Fase 2, ma le regole non vengono rispettate

La Campania “arriva bene alla Fase 2”, ma Nicola Maturo lancia comunque un allarme ai suoi concittadini: se si abbasserà troppo la guardia – e la mascherina – la situazione potrebbe degenerare, e i sacrifici fatti fino a questo momento saranno stati vani. “Se si continua così com’è successo in questi due giorni, in questi primi giorni di apertura – con un sacco di gente che cammina per strada, senza mascherina, o con la mascherina non messa dove invece andrebbe messa, ovvero a coprire bocca e naso – la possibilità che ci si possa contagiare è alta“, avvisa il medico del Cotugno.

coronavirus napoli

E prosegue, spiegando quali sono le linee che vanno assolutamente seguite per scongiurare l’ipotesi di una nuova, precoce ondata di contagi: “Sarebbe consigliabile che i gruppi di più di 2 o 3 persone mantenessero una distanza di sicurezza accettabile, di un metro e mezzo. Ma bisogna comunque evitare di creare gruppi di 2, 3 o più persone”.

“Noi dobbiamo abituarci almeno idealmente a convivere con questo virus, almeno fino a quando non verrà fuori un vaccino o una terapia. Quindi dobbiamo convivere, ma per convivere dobbiamo rispettare quello che ci è stato ‘consigliato’ dal presidente Conte, per cui distanziamento sociale e mascherina – che è la cosa più importante, sicuramente”, sottolinea ancora una volta il medico.

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Del resto, “siamo ancora in guerra. Queste sono scaramucce. Il rischio è che ci si possa ancora contagiare, specialmente se si abbassa la guardia. E per abbassare la guardia si intende abbassare la mascherina. Bisogna continuare a mantenere la mascherina e a mantenere una distanza sociale sempre di 1 metro e mezzo, 2 metri”. E questo finché non avremo in mano una cura, un vaccino, perché “è una cosa che porteremo almeno fino a dicembre, gennaio. Doppiamo rispettare le regole, perché altrimenti torniamo a qualche mese fa”, conclude infatti il medico.

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