Coronavirus, Boccia: “300 contagi al giorno sui posti di lavoro”

Secondo il ministro per gli affari regionali le fabbriche sono più sicure dei negozi senza linee guida. Il Coronavirus va tenuto ancora tenuto a bada: “Sarebbe ancor più dannoso aprire e dover poi tornare indietro”.

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Francesco Boccia continua a porre un freno sulla voglia degli italiani di tornare alla normalità, dopo due mesi di lockdown. Il ministro degli affari regionali e delle autonomie è stato intervistato per l’edizione odierna del Corriere della Sera. E dalle sue parole emerge in primis grande delusione per le immagini giunte da Milano. Navigli pieni di persone del tutto incuranti del fatto che il capoluogo lombardo sia la città tuttora più colpite dal Coronavirus in tutta Italia. “Sono rimasto annichilito – esordisce Boccia – . La prima legge è quella morale e lo dico non per scomodare Kant, ma per affermare il principio che senza il senso di responsabilità personale non ne usciremo”.

Boccia ha fatto capire di aver apprezzato l’intervento del sindaco Sala, sostenendo che “ha poteri per fare controlli e chiudere, se necessario”. Fermo restando che un ritorno alla chiusura sarebbe un danno “per gli operatori onesti e seri che stanno rispettando gli adempimenti richiesti”. Ma il ministro per le autonomie ha risposto a quelle che sono le domande senza dubbio più frequenti, in questi giorni in cui la Fase 2 è esplosa in tutta Italia. Stiamo parlando delle riaperture di bar e ristoranti, ma anche di parrucchieri e centri per l’estetica, che devono ancora fare i conti con le chiusure imposte dopo la diffusione del Coronavirus.

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“Stiamo definendo le linee nazionali di sicurezza, che riguardano i lavoratori e i clienti – dichiara Boccia in tal senso – . Arriveranno appena avremo anche i dati dei contagi dopo le prime riaperture del 4 maggio”. Dunque, se ci saranno novità positive dalla curva epidemiologica, le Regioni già dal 18 maggio potranno riaprire le attività economiche in base alla situazione dei propri territori. La stessa cosa vale per parrucchieri e centri estetica. “Attendere le linee guida vuol dire mettere lavoratori e clienti nelle condizioni di sicurezza”, spiega Boccia in tal senso, facendo capire che il Coronavirus va ancora tenuto a bada.

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Continua a tenere banco, in ogni caso, il tema della riapertura scaglionata tra le singole regioni. Boccia sostiene che “va monitorata con attenzione, perché abbiamo situazioni di contagio diverse” e appare sereno anche di fronte all’eventualità che i governatori del Sud chiudano i confini a chi viene dai territori più colpiti. Ciò non accadrà “se i governatori si affidano alle linee guida del governo, come hanno chiesto nella Conferenza Stato-Regioni” di giovedì scorso. Boccia svela anche di aver apprezzato “l’atteggiamento di Regioni con contagi molto limitati che non sono andate allo scontro istituzionale, pur ricevendo forti pressioni per riaprire”.

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