Covid19, i luoghi dove si rischia il contagio e come riconoscerli

Il 18 maggio è inizata la fase 2 e molti locali hanno riaperto. Ma come si possono riconoscere i luoghi a maggior rischio contagio?

(Photo by Jeenah Moon/Getty Images)

Con l’arrivo della fase 2 si lascia tutto alle spalle convinti che il pericolo sia passato. Purtroppo sembra non essere così. Dopo l’emergenza Coronavirus il Governo ha dovuto fronteggiare il danno economico che la pandemia ha provocato, spinto anche dalle Regioni che chiedevano la riapertura. Alcuni Stati hanno dimostrato una diminuzione dei contagi mentre molti altri dimostrano un aumento. Questo dimostra che affrettarsi a tornare alla normalità potrebbe portare a una nuova ondata di contagi.

I luoghi a rischio contagio

La maggior parte dei contagi che si sono verificati è avvenuto tra le mura domestiche: se un componente della famiglia è infetto, può contagiare più facilmente gli altri. Quali sono invece i luoghi a rischio contagio? Erroneamente si afferma che andare nei supermercati e nei negozi, oppure il semplice andare in bicicletta, possano essere azioni a rischio contagio. Non è così. Per contrarre il Covid19 è necessario esporsi a una carica virale tale da risultare infetta. Sono sufficienti infatti 1000 particelle virali di Sars-CoV-2 per ammalarsi. Questi dati, seppur ancora in fase di conferma dalla ricerca, possono essere utilizzati per dimostrare la modalità di contagio.

La modalità di contagio

I modi con i quali si rischia il contagio rientrano nella normale routine:

  • Colpo di tosse: con un colpo di tosse unico si rilasciano 3.000 goccioline, per la maggior parte grosse e pesanti che ricadono mentre altre rimangono nell’aria per diversi secondi
  • Starnuto: un singolo starnuto emette 30.000 goccioline che viaggiano fino a 300 km orari. Se una persona è contagiosa, le goccioline emesse da tosse o starnuto, possono veicolare fino a 200 milioni di particelle virali
  • Respiro: respirando si rilasciano dalle 50 alle 5.000 goccioline. Con la respirazione nasale si emettono ancora meno. A differenza dello starnuto o tosse, le goccioline emesse dalla respirazione contengono livelli virali bassi.
  • In bagno: le superfici nel bagno vengono toccate con frequenza. Il rischio di contagio quindi è molto elevato. E’ consigliabile fare molta attenzione nei bagni pubblici.
(Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Gli asintomatici

Il 44 percento delle infezioni avvengono attraverso persone prive di sintomi e prima della loro comparsa, il virus potrebbe diffondersi fino a 5 giorni. La quantità di emissione del virus può variare da individuo a individuo senza tener conto dell’età. Può accadere quindi che prima della comparsa dei sintomi il malato diffonda il maggior numero di virus nell’ambiente.

I rischi che si corrono con la riapertura

Dopo che il governo ha dato il via libera per molte attività è necessario prestare attenzione ai luoghi chiusi e a rischio affollamento. Tra le situazioni di maggior contagio ci sono:

  • Produzione e confezionamento carne: in questi impianti per poter parlare tra loro le persone sono costrette ad urlare a causa dei rumori nell’ambiente
  • Riti religiosi e compleanni: secondo studi questi rappresentano il 10 % delle occasioni di contagio
  • Ristoranti: potrebbe salire il rischio nel caso di sedute all’interno del locale anziché all’esterno e se non viene rispettata la distanza di sicurezza tra le varie sedute
  • Luoghi di lavoro: rischiano maggiormente i call center, uffici e tutti quei luoghi che costringono il lavoratore a rimanere troppo tempo in spazi chiusi
  • Il Coro: l’azione del cantare trasforma le goccioline in aerosol con grande efficacia e la respirazione profonda necessaria per il canto facilita l’emissione delle goccioline
  • Sport al chiuso

Rischiano quindi maggiormente tutte le attività svolte in luoghi al chiuso che non permettono il ricambio di aria naturale. Va ricordato che la luce solare, il calore e l’umidità riducono la sopravvivenza del virus.

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