Protesta delle agenzie di viaggio: “25 milioni a turismo? Una presa in giro”

Le agenzie di viaggio tornano a manifestare: questa volta, dopo Torino e Napoli, scendono in piazza del Popolo a Roma. L’appello è chiaro: “Siamo qui per fare le nostre richieste al Governo”.

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Stessa manifestazione in Germania, a Berlino (foto di Odd Andersen, da Getty Images)

In piazza del Popolo a Roma le agenzie di viaggio sono tornate a manifestare, dopo Torino e Napoli, sono tornate a portare le loro esigenze fin sotto gli occhi del Governo. Lo hanno fatto con palloni colorati, valigie vuote, slogan e mascherine. Lo scopo è evidente: far capire all’esecutivo l’esigenza di misure più drastiche e più profonde, che vadano oltre i 25 milioni di euro destinati al turismo. Anche perché, stando a un’indagine di Facile.it, mUp research e Norstat, oltre la metà degli italiani quest’estate non andrà in vacanza. Circa il 90,2% di chi si concederà un viaggio, tra l’altro, lo farà all’interno dei confini nazionali. Il Codacons fornisce un altro dato: il settore della ristorazione e del turismo per recuperare le perdite potrebbero cedere a un aumento dei prezzi, che comporterà sulle tasche dei turisti circa il 20% in più sulle spese. Il rischio vero è di creare un circolo vizioso di aumento dei prezzi e ulteriore riduzione della clientela.

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Per questo Luca Patanè, presidente della Federazione Turismo Organizzato (Fto) e di Confturismo Commercio, ha commentato in questo modo l’evento: “È una grande e bella manifestazione, tutto il settore del turismo organizzato (agenzie di viaggio, tour operator ma anche guide turistiche) è qui per far valere proprie richieste verso il Governo. La nostra prima richiesta riguarda i distanziamenti. Sicurezza sì ma basta distanze, sia nelle strutture ricettive che sugli aerei, basta governare con la paura altrimenti il turismo che ricordo vale il 13% del Pil non ce la farà a ripartire e con esso anche l’economia Italia”. In sostanza, la prima richiesta sembrerebbe essere di carattere “normativo”, più che economico. La prima proposta guarderebbe direttamente all’eliminazione delle condizioni che impongono ingressi contingentati e distanziamento sociale, prima causa della diluizione della clientela.

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(Foto di Odd Andersen, da Getty Images)

Poi l’intervento economico: “La seconda cosa che chiediamo è fare un intervento diretto in questo decreto a sostegno delle agenzie di viaggio che sono totalmente colpite da questa crisi e non hanno avuto quasi nulla a differenza di altre categorie che invece sono state sostenute. La terza richiesta è che si usino bene i fondi strutturali europei, come il Recovery Fund, per fare un progetto a lungo termine di innovazione del turismo e un tavolo concreto su questo”.

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Poi Luca Patanè spiega: si tratta di una manifestazione libera e coesa, in cui tutto il settore del turismo sembra essersi stretto a proteggere un mercato che rischia il totale collasso. “Quella di oggi è una manifestazione spontanea, libera. Ci siamo noi ma anche Aidit Confindustria, Assoviaggi, Fiavet Lazio, Astoi. Stiamo manifestando tutti insieme perché abbiamo tutti lo stesso obiettivo in questo momento di grande crisi, senza divisioni e obiettivi di parrocchia, quello che dovrebbe sempre avvenire nel turismo. Io stesso sono qui anche come presidente di Uvet. Qui a Roma ho più di un centinaio di dipendenti che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione…”. Poi Patanè ribadisce la richiesta principale al Governo: basta con la politica di terrore, “basta generare continuamente paura tra i consumatori che hanno terrore di andare in vacanza. Una cosa del genere distrugge totalmente il nostro settore ma, dato che non ci saranno turisti stranieri quest’anno, distrugge anche l’economia italiana”. Per questo, ripete Patanè, è importante progettare un rilancio a lungo termine anche da un punto di vista economico, sia a livello europeo che a livello nazionale. Sui 25 milioni del decreto Rilancio il giudizio è netto: “Sono una presa in giro”.

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