Coronavirus, parla Tognotti: non si può vivere in quarantena perenne

Coronavirus, parla Tognotti: non si può vivere in quarantena perenne. Così l’ordinario di Storia della medicina e Sanità pubblica all’Agi

Coronavirus, parla Tognotti: non si può vivere in quarantena perenne
Coronavirus, parla Tognotti: non si può vivere in quarantena perenne

Non si può vivere in quarantena perenne“. Così l’ordinario di Storia della medicina e Sanità pubblica nonché studiosa di epidemie Eugenia Tognotti in un colloquio con l’Agi. Tognotti commenta l’andamento dell’epidemia e considera che “non è affatto scontato che ci sarà una seconda ondata: nel caso, le lezioni apprese saranno tali da mitigarne sostanzialmente la portata“.
Secondo Tognotti, non è possibile vivere “in una quarantena perenne, circondati da un cordone sanitario di mascherine, guanti, gel, distanziamento, linee guida e ordinanze. Il livello di incertezza sul quando finirà tutto questo non ha precedenti: a ben vedere, anzi, è il carattere distintivo di Covid 19, rispetto, per esempio alla Sars, all’Influenza H1N1 2009 e prima ancora alla Spagnola, che scomparve poco più di un anno dopo il suo esordio“.

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Quel che sorprende la studiosa è che esperti e task force organizzano il nostro futuro come se l’epidemia durasse a lungo tant’è che le università si stanno attrezzando per la didattica a distanza per molti loro studenti. In passato, per altre epidemie gravi si prendevano provvedimenti, ma gli effetti non duravano anni ma erano legati alla durata dell’epidemia. Tognotti spiega che “viviamo in un mondo globalizzato ma abbiamo un nuovo arsenale rispetto a un secolo fa: non è affatto detto che sia inevitabile la famosa seconda ondata, per evitare la quale dovremmo comprimere le nostre vite”. 

Per la studiosa, “se facciamo tesoro delle dolorose lezioni ricevute, potremo tenere sotto controllo i rischi. Affidandoci alla medicina del territorio. Isolando tempestivamente nuovi casi ed eventuali nuovi, piccoli focolai. E osservando tutti, nessuno escluso, regole di igiene personale e di buonsenso. Perché in nome del ‘mantra’ della sicurezza non possiamo rinunciare a vivere le nostre vite“.

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