Confindustria attacca il Governo. Bonomi: “questa è politica degli annunci”

Scontri tra Governo e Imprenditori. Per Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, manca un piano dettagliato per la ripresa economica. Situazione tesa anche tra Esecutivo e Vittorio Colao, a capo della task force di Conte per la ripartenza. 

Scontro Confindustria Governo
Giuseppe Conte – Presidente del Consiglio

E’ ancora scontro tra Confindustria e Governo. Durante la seconda giornata degli Stati Generali piovono critiche sull’operato dell’Esecutivo. A riassumere le polemiche è Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che in un suo intervento parla di un Paese “bloccato dalla burocrazia e dall’incapacità di decidere”. Per Bonomi quella a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi è solo “politica degli annunci”, che non fa abbastanza per trovare soluzioni che mettano d’accordo tutti. “Mi sarei aspettato dal governo un piano dettagliato. Non lo ha fatto, lo faremo noi” è il commento lapidario del presidente di Confindustria. Alle critiche di Bonomi si aggiunge la pressione di Maurizio Landini, segretario della Cgil. “Ho fatto richiesta per la proroga fino a fine anno del blocco dei licenziamenti” – afferma Landini, tornando su un tema che aveva già acceso la polemica tra Governo e imprenditori. Al momento il blocco licenziamento scadrebbe ad agosto.

La misura “Salva Tidico”

Nel frattempo l’Esecutivo ha approvato un decreto legge per la ripartenza economica. Tra le misure contemplate c’è anche quella che permetterà di usare subito le quattro settimane di cassa integrazione previste per settembre. Ma non solo. Il nuovo decreto stabilisce che in caso in cui il lavoratore non rispetti i tempi per la presentazione della domanda, la cassa integrazione sarà pagata dall’azienda. E’ proprio su questo ultimo punto che si sono infiammati gli animi in Confindustria. Per i più critici la misura nasce per venire in soccorso al presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, attaccato per i ritardi nei pagamenti. E infatti in Confindustria hanno ribattezzato polemicamente la misura con il nome di “salva Tridico”.

In realtà il meccanismo previsto nel decreto possiede una sua spiegazione tecnica. L’obbiettivo del Governo è quello di essere informato in tempo reale sulle cifre impiegate per la cassa integrazione. Una possibile soluzione futura, già ipotizzata dall’Esecutivo, è quella di togliere la competenza sulle Casse all’Inps per affidarla ad un’agenzia delle politiche passive del lavoro. In questo modo tutto il processo di pagamenti ne risulterebbe velocizzato.

L’intervento di Vittorio Colao

La giornata di oggi segna anche l’addio di Vittorio Colao, a capo della task force messa in piedi da Conte per guidare la ripartenza economica. Colao è intervenuto a Villa Pamphilj, dove si stavano tenendo gli Stati Generali, in un clima di distaccato e freddo. Al suo intervento non erano nemmeno presenti tutti i ministri e molto robotico è stato il suo discorso, in cui ha semplicemente elencato le proposte della task force. Tutti segnali di un clima piuttosto teso tra imprenditori ed Esecutivo.

Ora che il suo mandato è giungo al termine, Colao ha ritenuto opportuno dare qualche suggerimento al Governo. Per il manager è necessaria “l’adozione di un Commissario che monitori il piano che verrà scelto, che controlli tempi, programmi e le spese”. Secondo Colao ciò che davvero serve all’Italia in questo momento è una regia unica, che amministri la ripresa in maniera compatta. Per l’imprenditore dunque l’addio al controproducente coordinamento tra uffici e ministeri è l’unica soluzione che potrà riaccendere l’economia in tempi brevi.

Ancora clima di tempesta

Anche su questo ultimo intervento non è mancato chi ha storto il naso. Non è casuale che alla cabina di regia per la comunicazione di palazzo Chigi siano arrivati i ringraziamenti di Conte per il lavoro svolto agli Stati Generali, ma non una parola dell’intervento di Colao. Ma in tutto questo gelo di rapporti che si stanno sfasciando vale la pena riportare anche una nota, appena accennata, di ottimismo. Ottimismo che arriva dallo stesso Colao, che ha chiuso il suo intervento affermando che “sia alla portata di mano del Paese recuperare in un biennio il Pil del 2019”.

Certo, l’impresa è possibile solo con un piano operativo definitivo che al momento, come ammette lo stesso Colao, non c’è. “Il mio non lo è certo, se non altro perché quando abbiamo lavorato non avevamo ancora notizia precisa delle misure europee” – si giustifica il manager. Tra l’altro il Colao è accusato di aver copiato alcune parti del suo piano da un libro sull’Università, scritto anche da un membro della commissione.

Ma anche sul fronte del Governo si arranca tra date non fissate, misure solo ipotizzate e qualche ritardo di troppo. Questo però non ha impedito a Conte di trattare con una certa sufficienza il piano arrivato dalla task force, su cui si è espresso con parole di circostanza. Il documento di Colao, per Conte, sarebbe “ampio respiro, un contributo importante per il confronto di questi giorni ai fini dell’elaborazione del piano di governo”. Poche frasi scarne, a riprova di una reazione tra Governo e Imprenditori che non sta andando a gonfie vele.

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