Bubba Wallace, sostenitore di Black Lives Matter, vittima del Ku Klux Klan

Pesanti intimidazioni in stile Ku Klux Klan ai danni di Bubba Wallace, sostenitore del movimento Black Lives Matter, nella prima gara Nascar post lockdown in Alabama.

A memorial left for George Floyd  (Photo by kerem yucel / AFP) (Photo by KEREM YUCEL/AFP via Getty Images)

 

A causa delle avverse condizioni meteo, è stata rinviata a lunedì la gara al circuito di Talladega, la prima della stagione aperta al pubblico dopo il lockdown del Covid-19, in programma nella giornata di ieri, ma nel rientrare ai box Wallace ha trovato una sgradita sorpresa. Nel suo garage, uno o più ignoti, hanno collocato un cappio che rievoca i linciaggi del Ku Klux Klan. Le probabilità che a compiere tale gesto sia stato un membro del personale Nascar o di una squadra, rendono l’accaduto ancora più agghiacciante.

Le regole d’accesso alla gara, post Covid-19, si sono infatti inasprite e l’accesso al paddok è severamente vietato a chiunque non faccia parte del personale delle squadre e del circuito. Bubba Wallace, 26 anni, è l’unico driver attivo in Nascar a rappresentare le istanze delle minoranze in ambito sportivo negli USA e da sempre usa le sue piattaforme ed il suo status per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della discriminazione razziale.

Il pilota su Twitter si è detto “incredibilmente triste” per questo “spregevole atto di razzismo”. “Non mi spezzerà”, ha detto, “non mi arrenderò mai e poi mai”. Icona contro il razzismo, molto impegnato nella lotta contro le disuguaglianze e le discriminazioni negli Stati Uniti, Wallace correrà su una vettura completamente nera con la scritta #BlackLivesMatter. Wallace, ha recentemente appoggiato la decisione di Nascar di vietare la bandiera confederata sugli spalti, tuttora molto diffusa negli Stati Uniti, suscitando lo sdegno dei molti appassionati di stampo decisamente conservatore.

Anche tra i piloti c’è chi la pensa diversamente, Ray Ricciarelli, aveva infatti deciso di non correre dopo il divieto della bandiera. “A me non interessa nulla della bandiera confederata, ma ci sono persone a cui interessa e questo non li rende razzisti”, aveva aggiunto in un post, poi cancellato. Gli organizzatori della corsa hanno sporto denuncia per crimine d’odio: “siamo furiosi e oltraggiati e non possiamo esprimere con abbastanza forza quanto prendiamo seriamente questo gesto d’odio. Abbiamo aperto un’indagine e faremo di tutto per identificare i responsabili e cacciarli dal nostro entourage”, ha dichiarato Nascar in un comunicato stampa.

 

 

 

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