Davide Casaleggio: su leader M5s devono decidere gli iscritti

In un’intervista a Fanpage.it Davide Casaleggio affronta il tema della leadership del M5s e del congresso fortemente voluto da Di Battista: “Alessandro ha sempre dato tanto al Movimento 5 Stelle, vedrà in che modo vorrà dare supporto al Movimento 5 Stelle in futuro”.

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(Foto di Andreas Solaro, da Getty Images)

Sulla guida del M5s si espone anche Davide Casaleggio in un’intervista a Fanpage.it. Dopo lo scontro Grillo-Di Battista, ora anche il presidente di Rousseau dice la sua su un possibile cambio di linea nella leadership del Movimento: “Alessandro ha sempre dato tanto al Movimento 5 Stelle, vedrà in che modo vorrà dare supporto al Movimento 5 Stelle in futuro”. Casaleggio si espone a metà, sottolineando un elemento: non è compito suo fornire giudizi politici sulla battaglia interna al M5s. La scelta di un nuovo leader spetta agli iscritti. “Non entro nel merito di singole candidature o singole persone. Siano gli iscritti a scegliere qualunque cosa importante per il Movimento”. Una votazione che verrebbe effettuata, con ogni probabilità, sulla piattaforma Rousseau. Proprio a proposito della piattaforma, Casaleggio ha anche rivendicato l’assenza di una reciproca influenza tra la Casaleggio Associati e il Movimento Cinque Stelle.

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Infatti sottolinea: “Casaleggio Associati è una società privata che si occupa di strategie di rete e il Movimento 5 Stelle è una formazione politica che viene assistita dall’Associazione Rousseau, che è un’associazione senza scopo di lucro che si fa carico dell’evoluzione della piattaforma, che permette l’organizzazione e le decisioni anche degli iscritti del Movimento 5 Stelle”. Ad ogni modo, molte sono state le reazioni scatenate dalle parole di Casaleggio in merito alla nuova possibile leadership del Movimento. Immediato il commento di Barbara Lezzi (vicina a Di Battista), che si dice d’accordo con Casaleggio: “È doveroso lasciar decidere i nostri iscritti”. Poi ancora Max Bugani, un po’ più laconico: “Davide e Alessandro sono preziosi per il M5S perché non smettono mai di studiare e aggiornarsi”. Alcune posizioni riportate dal Corriere, però, non sembrano apprezzare: “Così condanna Di Battista all’isolamento, Rousseau è odiatissimo nel Movimento”.

Davide Casaleggio e il suo piano di rilancio dell’Italia

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(Foto di Alberto Pizzoli, da Getty Images)

Al di là delle polemiche suscitate dalla leadership, molti sono i temi toccati nell’intervista, soprattutto riguardanti il piano per il rilancio dell’Italia presentato da Davide Casaleggio. Si tratta di un documento in 10 punti per incentivare la ripresa economica. Al centro dell’attenzione, smart working e sistema sanitario. Il costo del piano ammonterebbe a 300 miliardi. Sul modo di rintracciare le risorse le linee guida vanno ancora definite. Intanto Casaleggio afferma: “Il 2020 è l’anno in cui ci saranno più sconvolgimenti dal punto di vista dell’economia da forse 100 anni a questa parte, sia sull’impatto e sui modelli di business delle società, molti dei quali dovranno evolvere per stare in piedi, sia sul fenomeno della disoccupazione, già lo vediamo dai primi dati dagli Stati Uniti, dove non hanno ammortizzatori sociali, e di colpo abbiamo visto i disoccupati superare i 36 milioni solo qualche settimana fa. Questo è un impatto importante che dovrà essere gestito e previsto per poter essere affrontato, per questo è necessario oggi creare una discussione pubblica su come affrontare questa crisi e probabilmente sarà necessario il 15% del Pil per gestire gli effetti negativi di questa crisi e poter investire per il rilancio”. Secondo Casaleggio, l’innovazione dello smart working dovrebbe essere un tema di punta su cui battere il chiodo.

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Durante il lockdown, infatti, l’Italia ha, seppur in maniera coatta, conosciuto i vantaggi e i limiti dello smart working, scoprendo “un trend che di colpo ha subito un’accelerazione”. Anche perché “le stesse aziende hanno scoperto che oggi è possibile, quindi si stanno trasformando”. L’idea sarebbe dunque di puntare tutto sulla piena digitalizzazione, ad esempio attraverso una riforma sull’identità digitale o all’estensione della banda ultralarga. Poi la sanità. Su questo Casaleggio ha affermato: “Ci siamo resi conto dell’importanza della sanità, come presidio che possa far fronte alle emergenze, non solo gestire l’ordinario. Non è un caso che se la Germania aveva il doppio dei posti letto in emergenza rispetto a noi, ha avuto anche un impatto più attenuato rispetto a quello che abbiamo avuto in Italia”.

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