Eletto Donohoe del partito Fine Gael, nuovo presidente dell’Eurogruppo

Il liberalconservatore Paschal Donohoe prende il posto di Mario Centeno, che ora guiderà la Banca centrale portoghese, alla presidenza dell’Eurogruppo.

Donohoe è il nuovo presidente dell'Eurogruppo

Paschal Donohoe, irlandese di 45 anni, leader del partito liberalconservatore Fine Gael, che fa parte della famiglia del Ppe, è il nuovo presidente dell’Eurogruppo che entrerà in carica il prossimo 13 luglio. Donoheo è un sostenitore convinto della tassazione agevolata alle imprese in vigore in Irlanda ed è anche contrario all’introduzione di una web tax sui colossi del digitale: questioni molto interessanti se pensiamo che per l’Eurogruppo c’è in ballo un ruolo più ampio del Consiglio nel controllo dei futuri fondi Ue.

La candidata socialista, dunque, non ce l’ha fatta: già alla vigilia i numeri a sostegno della a spagnola Nadia Calvino, sostenuta anche dall’Italia ed espressione delle economie più forti (Germania, Francia, Italia e Spagna) che pesano per l’80% del Pil dell’Eurozona, hanno cominciato ad incrinarsi. Donoheo aveva il sostegno esplicito solo dell’Austria ma anche l’appoggio politico del Ppe, per cui è probabile che i governi di centro destra abbiano votato per lui; così come i governi a guida popolare (Slovacchia, Slovenia, Lettonia, Cipro) e l’Olanda che aveva lasciato trapelare la sua preferenza verso il candidato irlandese. Anche il Lussemburgo e il Belgio potrebbero aver dato il voto a Donohoo.

Il voto per eleggere il presidente dell’Eurogruppo è a maggioranza semplice per cui il vincitore avrebbe dovuto ottenere 10 preferenze su 19, ma alla prima votazione nessuno ce l’ha fatta, così, in base alle regole vigenti, i tre candidati possono decidere se ritirarsi o meno dalla corsa, tanto che Pierre Gramegna, leader del partito democratico lussemburghese, ha deciso di non continuare. Al secondo round ha vinto Donohoeo. La figura del presidente dell’Eurogruppo è diventata centrale in seguito alla crisi del debito: il primo a ricoprire tale ruolo è stato Jean-Claude Juncker nel 1998, poi riconfermato nel 2013. Dal 2013 al 2018 ricordiamo invece il ministro olandese delle Finanze Dijsselbloem, considerato leader massimo dell’austerità.

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