Infermiere cremonese si sfoga su Fb: “abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid”

“Se qualcuno conosce una persona che ha perso uno dei suoi cari a causa del virus, provi a chiedere cosa ne pensa del fatto che ci siano persone che insistono a non voler indossare la mascherina”.

lo sfogo di luca alini su facebook

I contagi Covid non si arrestano e l’epidemia non è affatto superata, anzi negli ultimi giorni c’è stata una piccola ondata di nuovi ingressi: “attualmente in ospedale abbiamo dieci ricoveri, due in pneumologia, uno in ventilazione non invasiva e otto in malattie infettive”, sono queste le parole del direttore sanitario dell’Asst di Cremona, Rosario Canino mentre fa il punto della situazione commentando lo sfogo apparso sui cocial dell’infermiere Luca Alini, anche lui contagiato covid.

Alini, uno dei tantissimi infermieri che per settimane è stato in prima linea a Cremona, uno dei fronti più caldi dell’emergenza coronavirus ha scritto un post su Facebook che è diventato virale in cui esprime tutto il suo disappunto ed il suo rammarico verso i comportamenti menefreghisti di tanti cittadini che hanno smesso di indossare la mascherina ed hanno abbassato la guardia nei confronti del virus, che è tutt’altro che superato. “In reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid con gravi insufficienze respiratorie”, scrive Alini, “la situazione non è come quella di febbraio o marzo, quando le sirene suonavano in continuazione e per i pazienti Covid i posti in terapia intensiva non erano mai sufficienti, ma comunque l’emergenza non è finita“. Nel suo post, Alini sottolinea anche come il lavoro stesso dell’infermiere, tanto acclamato e lodato durante il picco pandemico, sia di nuovo passato completamente in secondo piano, “adesso non siamo più eroi o angeli, non abbiamo più alcun titolo onorifico”. La mente dell’infermiere cremonese torna a quei giorni concitati e disperati, giorni che sono stati durissimi prima di tutto per i pazienti, “quelli che sono riusciti a sopravvivere”, scrive, poi il pensiero va agli operatori sanitari e i parenti dei pazienti per quello che hanno passato.

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