La «gente di fogna» potrebbe rivotare la Raggi aprendo al mandato zero

Virginia Raggi è il sindaco dei record per lo scranno capitolino: prima donna a diventare sindaco, la più giovane e con il più alto numero di preferenze. Arriva al Campidoglio per succedere al Commissario Tronca con oltre il 67% dei consensi, eppure, i romani non la meritano, come ribatte Grillo nel suo Blog, definendo i capitolini «gente di fogna». 

La «gente di fogna» potrebbe rivotare la Raggi aprendo al mandato zero
La «gente di fogna» potrebbe rivotare la Raggi aprendo al mandato zero – meteoweek

“Amo Roma con tutta me stessa: questo mi fa andare avanti, darò tutto fino alla fine” recitava la prima donna del Campidoglio dopo il sonetto d’amore del suo mentore, senza sapere che, in questo modo, terrorizzava i suoi cittadini: 4 anni di mandato, innumerevoli quantità di ingiustizie, dilazioni, sporcizia e quel che resta è solo un appellativo “gente di fogna”, non suo certo, ma di chi ne muove i fili invisibili.

“Darò tutto fino alla fine” sembra una sentenza di morte per quella gente che “di fogna” può essere considerata veramente, se non altro per la condizione in cui è costretta a sopravvivere nella città. Il trasporto pubblico versa in condizioni penose, e mentre la Raggi annuncia il lancio di nuovi monopattini, si dimentica che la Capitale d’Italia è dietro la maggior parte dei paesi occidentali e non solo circa i trasporti. Sono quasi 150, comunque, gli autobus divorati dalle fiamme durante la sua gestione, per non parlare della manutenzione ordinaria inesistente: per mesi le fermate della Metro A del centro storico di Roma sono state chiuse. Buche ovunque, su strade e marciapiedi. I gabbiani che ormai hanno conquistato la capitale imponendone orari e regole e, come ciliegina sulla torta, da poche ore il suo commento sull’entrata dello Stato nella partecipazione della società Autostrade per l’italia è una “vittoria dei cittadini” con grande sorpresa dei romani che non avevano assolutamente idea di dover cantare vittoria per una sconfitta più politica che popolare. Roma sarà anche una città difficile da amministrare, ma è difficile ricordarne una gestione peggiore.

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La lunga storia d’amore con la Procura

Nove assessori cambiati, due in bilico, arrestato per corruzione Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina, grillino pure lui e grande amico della prima donna sindaco a Roma. La Raggi sono mesi che entra ed esce dagli uffici della Procura, un interrogatorio dietro l’altro tra dossier, denunce ed esposti: processata, assolta, di nuovo indagata: una routine, ormai, quotidiana a cui i romani sono stanchi di assistere. A Raggi va riconosciuto l’abbattimento delle villette Casamonica al Quadraro e lo sfratto di alcuni Spada dalle case popolari di Ostia. A un altro Spada pregiudicato invece il Comune aveva addirittura concesso la sanatoria, poi revocata quando la notizia è divenuta pubblica. Bugie, omissioni, reticenze: ci hai provato Virginia è il momento di issare bandiera bianca.

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22 giugno 2016 è la data in cui tutto ha avuto inizio – meteoweek

Virginia dacci ciò che hai promesso

Recita il sonetto: «C’era la monnezza, eravamo noi che la producevamo, e nun c’è gnente da fà, si potemo buttà per tera na cosa, noi ce la buttamo, si potemo mette un divano, verso e tre de notte, vicino ar cassonetto, noi ce lo mettemo»: il grande limite di questa gestione è la mancanza di ammissione di responsabilità. Gli incivili sono sempre esistiti ma Roma non è mai soffocato sotto il peso della sua sporcizia. Ci sono problemi strutturali come la carenza di impianti o i furbetti che si ostinano nei lavori a metà. Raggi, nel programma elettorale, aveva promesso di raggiungere il 70% in termini di impianti entro il 2021. Invece addirittura nel 2018 la percentuale è calata, prima volta in 10 anni, mentre nel 2019 è aumentata di un misero 1,5%. E rimane quasi 25 punti sotto il 70%. Vivere nella fogna non vuol dire essere fogna.

Manco a Baghdad

Chiamarle buche sarebbe un eufemismo che non gli rende giustizia, perché chi vive a Roma lo sa, sono diventati quasi crateri che periodicamente esplodono gomme, inghiottono persone: il pentastellati capitolini si vantano di aver riasfaltato «più di un milione di metri quadrati di strade». Gli ha risposto il Pd: «Sarebbero 100 km». Su 5.500 km che fanno capo all’amministrazione tra Campidoglio (800 km di grande viabilità) e i 15 municipi (4.700). Prendendo solo in considerazione le strade gestite direttamente dal Comune, ne hanno rifatta una su 8; un buon bilancio. Nel frattempo si moltiplicano le richieste di risarcimento danni, dal 2017 al 2018 sono addirittura raddoppiate.La Procura, invece, ha aperto un’inchiesta sui fondi dirottati per la sicurezza stradale, soldi che sarebbero stati spesi per tutt’altro: facchini, stracci, bonus ai vigili e chi più ne ha più ne metta (Fonte: Messaggero.it)

Forza Roma (Quasi) Sempre

L’accelerazione è di quelle importanti: dopo mesi di melina, rinvii, mezze parole, ieri il sindaco di Roma ha annunciato che la delibera sul progetto Stadio della Roma «a breve arriverà in Giunta»; è stato detto per anni, ma ormai le elezioni si avvicinano e bisogna “quagliare”. Non esiste una data ma il progetto ormai coperto di polvere e ridicolo è un jolly che la sindaca non vuole farsi sfuggire: dal «cancelliamo il progetto» espresso dalla Raggi nella campagna elettorale 2016 siamo passati al «fortissimamente volli». Ah… l’eleganza del cambiamento!

Virginia Raggi: il nuovo progetto in cascina sono le elezioni – meteoweek

Cara Virginia, ti prego non ricandidarti

Le regole del Movimento sulla carta glielo impedirebbero, ma dopo il tira e molla con Salvini, è chiaro che non esistono limiti nel cuore di chi sa sognare (purtroppo) in grande. I sondaggi parlano chiaro sulla questione rielezione della grillina: Il 66,8% è contrario, l’8,1% non lo sa, tutto questo perché non sono stati recensiti i cittadini terrorizzati. Per non parlare del fatto che la donna è finita al penultimo posto nella Governance Poll 2020 de Il Sole 24 Ore. L’indagine sul livello di gradimento dei presidenti delle 18 Regioni a elezione diretta e dei sindaci di 105 città capoluogo di provincia, mostra il livello di apprezzamento della sindaca. Si può solo risalire, insomma; e pare proprio che abbia intenzione di farlo, sfidando la Meloni in una battaglia all’ultimo sangue… quello dei romani naturalmente.

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