Europa, Paesi frugali: chi sono e perché si chiamano così?

Paesi frugali: chi sono e perché si chiamano così? Cosa vogliono Olanda, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia? Spaccatura in Europa? Nord contro tutti.

Paesi quali Olanda, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia si sono definiti “frugali”. Una definizione che arriva dal quotidiano britannico Financial Times e che risale a febbraio, poco prima dell’emergenza Covid in Europa. Difatti, il quotidiano britannico aveva usato l’aggettivo inglese “frugal” per indicare i quattro Paesi (Austria, Danimarca, Olanda e Svezia), i cui premier avevano scritto una lettera divenuta in breve molto nota al fine di spiegare le ragioni del loro essere “frugal”, nonché “parsimoniosi”. La stampa italiana ha poi adottato la traduzione più immediata: “frugali” seppur in inglese non indichi la moderazione nel mangiare e nel bere, bensì un atteggiamento economico attento.

Ma non è solo una semplice definizione in quanto questi Paesi sembrano aver dato vita ad una vera e propria coalizione nata per durare. Ne è un chiaro segno il risultato politico prodotto dopo tre giorni di trattativa a Bruxelles, trattativa che ancora prima di arrivare ad una conclusione formale ha dato forma ad un’opposizione contro Italia, Spagna e soprattutto contro Francia e Germania. Ciò che accomuna la coalizione del Nord Europa sono interessi e risentimenti comuni, nonché un’agenda e una visione dell’Europa come mercato dal quale raccogliere il massimo dei benefici. Chi riceve di più dall’Unione Europea? È questo il vero e proprio problema da cui è scaturita questa nuova realtà. Effettivamente, anche i media nei Paesi che si sono autodefiniti “frugali” martellano da giorni sulle parole pronunciate da Roberto Gualtieri, ministro italiano dell’Economia, il quale ha proposto un taglio delle tasse. Così, a rispondere di questa eventualità è Erik Nielsen, capo economista danese di Unicredit, che afferma: “Mentre noi sopportiamo aliquote altissime e gli italiani evadono, il loro governo concederà nuovi sgravi con i nostri soldi attraverso il Recovery Fund”. Eppure, la Commissione Europea stima che ogni anno sia olandesi che austriaci ottengano benefici dal mercato europeo pari a circa 5.000 euro per abitante e contribuendo con meno di 500 euro. Mentre italiani, francesi o spagnoli ottengono benefici per molto meno dei Paesi Nordici rispettivamente per circa 2.000 euro e contribuendo per poco meno di 500 euro.

Inoltre, emergono sospetto e rancore dai Nordici soprattutto verso Spagna e Italia perché quest’ultimi non riescono ad organizzarsi al meglio per cogliere i benefici dell’euro e dei mercati aperti. Sebastian Kurz, il cancelliere austriaco, ha avuto più volte in queste settimane frasi sprezzanti contro le economie del Sud fino a definirle “kaputt”. Ancora, ad alimentare la tensione Nord-Sud è stato l’accordo intrapreso tra Germania e Francia per sostenere Italia e Spagna con il Recovery Fund, un accordo che avrebbe messo da parte gli alleati tradizionali dei Paesi più piccoli.

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