Carabinieri arrestati a Piacenza: spuntano i dialoghi tra l’appuntato Montella e il pusher

Tra le ipotesi di accusa, anche certificazioni fornite da un carabiniere per consentire a spacciatori piacentini di raggiungere Milano per rifornirsi di droga durante il lockdown.

intercettazioni tra appuntato montella e pusher

Dalle carte dei magistrati che indagano sulla caserma degli orrori di Via Caccialupo a Piacenza emergono dettagli che fanno rabbrividire, come quando l’appuntato Peppe Montella si vanta col figlio 11enne delle violenze e degli abusi che commette indossando la divisa, oppure nelle intercettazioni con la compagna Mary Cattaneo, mentre parla tranquillamente dei soldi da nascondere del traffico di droga. I due, oltre a fare uso di sostanze stupefacenti, frequentano pregiudicati e condividono anche la contabilità degli affari, ne è prova una conversazione che gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle di Piacenza ha intercettato in auto. Sono circa 75mila le conversazioni telefoniche, ambientali e i flussi di comunicazioni captati e analizzati dagli inquirenti: è in macchina con Tiziano Gherardi, uno degli spacciatori più attivi della piazza piacentina, quando in un clima di euforia Montella dice al pusher che “adesso a Piacenza stiamo solo noi… perché a Piacenza non ce n’è più nessuno”. I due parlano di droga, di soldi, degli ultimi affari, “noi ieri abbiamo venduto venti chili”.

Montella è un carabiniere dalla doppia vita: da un lato abusa della sua divisa picchiando selvaggiamente i sospettati, ed organizzando festini in caserma, dall’altro organizza traffici di droga, sfruttando la sua posizione per eludere i controlli e per reperire informazioni sulle indagini. Per gli inquirenti, il Montella-narcos si occupa di “bonifica dei caselli autostradali” e “di scorta a tutela del trasporto di stupefacenti”. “Quello che la procura deve chiedersi e che deve chiedersi anche l’Arma, è come sia stato possibile che un appuntato dei carabinieri con un atteggiamento in stile Gomorra abbia acquisito tutto questo potere”, conclude Grazia Pradella, procuratrice capo di Piacenza.

Impostazioni privacy