Carabinieri di Piacenza, la compagna di Montella è molto provata

La compagna dell’appuntato Montella, coinvolto nell’ambito dell’inchiesta Odysseus, è molto provata riferisce il suo legale. La donna è ora ai domiciliari.

Carabinieri di Piacenza, la compagna di Montella

Maria Luisa Catteneo, compagna dell’appuntato Giuseppe Montella, indagato per essere capo della “banda” della caserma di Piacenza, non si è sottoposta all’interrogatorio. A riferire ciò è il suo avvocato, Daniele Pezza che ha dichiarato all’Ansa: “È molto provata e non si è pertanto sottoposta all’interrogatorio”. La donna è ora ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Odysseus e ritenuta complice di alcuni reati del suo compagno, appunto. “Maria Luisa Catteneo ha tuttavia reso spontanee dichiarazione con le quali ha chiarito i propri rapporti con il signor Montella e si è dichiarata estranea ad ogni attività di spaccio”: aggiunge il legale all’esito dell’interrogatorio di garanzia.

Fissato per oggi anche l’interrogatorio al maresciallo Marco Orlando, ex comandante della caserma di Piacenza. Il militare si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo, inoltre, ai giornalisti che lo hanno intercettato all’uscita del tribunale di Piacenza ha così detto: “Non ho mai avuto una sanzione disciplinare in trent’anni, le mie note caratteristiche sono eccellenti, quindi immaginate umanamente come posso stare”.
La caserma Levante dei Carabinieri di Piacenza resterà sotto sequestro almeno per altri dieci giorni. L’avvocato di uno degli indagati, l’appuntato scelto Angelo Esposito, ha infatti fatto richiesta di incidente probatorio. “Avevamo previsto per oggi l’acquisizione documentale e per domani il sopralluogo dei Ris, per noi la caserma poteva essere dissequestrata già mercoledì. L’avvocato ha però fatto riserva di incidente probatorio e questo allunga i tempi”: ha spiegato il procuratore Grazia Pradella. Invece secondo il legale, Pierpaolo Rivello, la procura aveva chiesto di poter procedere con un accertamento tecnico urgente per poter accertare la presenza di tracce e dna che poi potessero essere comparate con quelle degli indagati. Ma l’avvocato ha sottolineato che: “I fatti contestati risalgono a diversi mesi fa e dunque non c’è l’urgenza necessaria per procedere con l’accertamento tecnico urgente. L’incidente probatorio consentirà a tutti di essere più garantiti e di formulare con più ampiezza i quesiti peritali. Ormai nei processi la prova scientifica è fondamentale e dunque è nell’interesse di tutti fare le cose al meglio”.

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