Accise sul gasolio in impennata: diesel sempre più caro

Si prevede una stangata per circa 5 miliardi di euro sulle accise. In questo modo il carburante diesel sarà più caro della benzina verde.

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Il ministero per l’ambiente sembra aver deciso di abbattere la distanza nel costo tra la benzina e il diesel. E potrebbe farlo con una improvvisa impennata nel prezzo al litro di quest’ultimo. Come? Semplice: con una nuova crescita delle accise per un totale di circa 5 miliardi di euro. L’idea nasce dalla mente del ministro Sergio Costa, il quale sembra deciso a cancellare i privilegi nei confronti di chi porta il gasolio raffinato in Italia. E così, con una consultazione web avvenuta nei giorni scorsi, ha chiesto se piace l’eventuale cancellazione del divario tra le due miscele.

Attualmente, un litro di benzina costa mediamente 10 centesimi di euro in più rispetto allo stesso quantitativo di diesel. Una distanza che il ministro Costa vorrebbe abbattere: “Comincia oggi il percorso per abbandonare finalmente i sussidi ambientalmente dannosi e poter cominciare la stagione dei sussidi ambientalmente favorevoli”, ha dichiarato. E così dovrebbe farsi largo un aumento delle accise per 5 miliardi di euro in più ogni anno. Un costo che verrebbe ridotto con l’efficacia dell’ecotassa, che consentirà di spingere i consumi in aspetti diversi dall’acquisto di un veicolo a diesel.

La consultazione web con il ministro dell’ambiente, che è stata avviata nei giorni scorsi, durerà fino al 27 agosto. Vi possono partecipare tutti i cittadini e servirà per cancellare ben sette agevolazioni, considerate “sussidi ambientalmente dannosi”. E proprio all’insegna della green economy, di cui si è tanto dibattuto anche in sede di rilancio del Paese dopo l’emergenza Covid, il ministro Costa sembra avere le idee chiare. Tanto da aver elencato queste sette agevolazioni in un elenco decisamente più ampio. Queste, in particolare, potrebbero essere cancellate già da gennaio 2021.

Il ministro dell’ambiente Costa – meteoweek.com

Ma quali sono le agevolazioni che Costa vorrebbe abbattere a suon di accise piazzare altrove? La prima, come detto, è proprio l’accisa della benzina che è più alta rispetto a quella del gasolio. Poi c’è il sussidio sul metano industriale, con consumi che superano il milione di metri cubi all’anno. Il risparmio successivo ammonta ai 47,6 milioni per i carburanti e i combustibili delle forze armate, a cui si aggiungono 14 milioni e mezzo per il Gpl per usi industriali. Un altro mezzo milione di euro riguarda le agevolazioni per i combustibili usati per estrarre magnesio dal mare.

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Si passa poi a circa un milione di euro, dato dai lubrificanti prodotti per lavorare la gomma. La settima e ultima agevolazione riguarda le trivelle e i giacimenti: esiste un vantaggio, pari a 0,27 milioni di euro, nel prelievo fiscale sul metano usato nelle trivellazioni dei giacimenti. Ma quale sarà l’impatto sulle accise sul gasolio? Ci saranno dei piccoli rincari, fino a portare il prezzo del diesel pari – o in alcuni casi superiore – a quello della benzina. Il risultato finale verrà raggiunto entro dieci anni. Finendo con il gettito che deriverà dall’eliminazione delle suddette agevolazioni: Costa vuole usarlo per finanziare gli interventi su incentivi e crediti d’imposta per investimenti ambientalmente sostenibili.

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