Partita iva: così puoi rimandare il pagamento delle tasse

C’è la possibilità di posticipare ad aprile Irpef, Ires, Irap o sostitutire anche senza un calo del fatturato.

Partita iva: così puoi rimandare il pagamento delle tasse – meteoweek

Una buona notizia nel panorama della crisi economica che avanza: le partite iva possono tirare un sospiro di sollievo, anche se non hanno subito un calo di fatturato considerevole.  Il il decreto Ristori-bis approvato dal Consiglio dei ministri nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 novembre amplia le possibilità di procrastinare al 30 aprile 2021 i versamenti degli acconti. I tempi si diluiscono in modo che i pagamenti siano più facili per tutti. La possibilità di spostare alla primavera 2021 era stata però vincolata dal decreto agosto alle partite Iva per cui sono stati elaborati le pagelle fiscali (quelle che in gergo tecnico si chiamano Isa, ossia indicatori sintetici di affidabilità fiscale) e per trascinamento anche ai forfettari (che non sono però obbligati a compilare gli Isa) a condizione di aver registrato un calo del fatturato e dei corrispettivi di almeno il 33% nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il decreto Ristori-bis rimescola le carte in tavola aprendo questa possibilità anche a chi non ha subito un calo di fatturato.

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Per le partite Iva obbligate alle pagelle fiscali o quelle in regime forfettario (la cosiddetta «flat tax») ci sono importanti novità – meteoweek

Cosa succede ai professionisti?

Non essendo destinatari dei contributi a fondo perduto e non essendo, quindi, in nessuno dei due allegati con codici Ateco, i professionisti possono accedere al rinvio degli acconti – sempre che siano soggetti a Isa o siano nei forfettari – solo se hanno registrato un calo del fatturato del 33% nel primo semestre 2020, una bella mazzata per una categoria di lavoratori che da questa emergenza è stata particolarmente colpita. In questo drammatico scenario aumentano le morti in conseguenza di depressione.

Aumentano i suicidi, la metà dei quali sono dovuti a difficoltà economiche. Il periodo che stiamo vivendo mette a dura prova la psiche delle persone, che in molti casi cede alla depressione.

“Il fenomeno del suicidio in Italia viene sottovalutato. Il picco dei suicidi per motivi economici deve ancora arrivare”, ha sottolineato in un’intervista a Sputnik Italia Stefano Callipo, presidente Osservatorio Violenza e Suicidio, psicoterapeuta molto conosciuto.

Durante il periodo del lockdown, inoltre, l’Osservatorio Violenza e Suicidio ha analizzato un campione di 1500 italiani dal Piemonte alla Sicilia per capire come vivessero le persone quel momento di restrizione. Hanno scoperto che:

  • oltre il 26% ammetteva in maniera esplicita di vivere questa fase con forte preoccupazione,
  • il 10% con frustrazione,
  • il 5% con ansia,
  • il 3% con angoscia.

In questo scenario è importante che le istituzioni stiano vicine ai lavoratori aiutandoli a superare la crisi con aiuti concreti e supporti psicologici.

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