Sette positivi in casa, caldaia rotta e nessuno vuole intervenire

Sette positivi in casa, caldaia rotta e nessuno vuole intervenire: l’appello della famiglia alla sindaca di Roma

7 positivi-Meteoweek.com

Sette persone positive al Coronavirus nello stesso appartamento, caldaia rotta e nessuno interviene. La rottura di una caldaia è già di per sé una seccatura, figuriamoci se si sta male causa Covid ed è quindi indispensabile averne una funzionante in casa. Nei mesi scorsi, la sindaca di Roma, Virginia Raggi si era presa il merito per aver risolto una situazione molto simile tramite l’intervento di Lorenzo, un idraulico, che era riuscito a eseguire un intervento (per una perdita d’acqua) in tutta sicurezza coadiuvato da Croce Rossa e Protezione civile nella casa di un paziente positivo al Covid.

Il tecnico era bardato e attrezzato con tutti i dispositivi di protezione, cosa che si potrebbe ripetere anche nel caso dei familiari di Angela, se qualcuno accettasse di eseguire l’intervento. La famiglia di Angela, 52 anni, è composta di 7 persone (lei, suo marito e 5 figli) e “nessuna ditta e nessun tecnico specializzato col quale siamo entrati in contatto vuole aiutarci ed entrare in casa di positivi, seppur con le dovute cautele“, racconta lei stessa. Dallo scorso sabato sta disperatamente cercando qualcuno che le ripari la caldaia. “Ho contattato Roma capitale e poi ancora la Protezione civile capitolina, ma niente da fare. Mi hanno liquidato con un ‘mi dispiace, in questi casi non possiamo intervenire“. Così, per lavarci scaldiamo l’acqua. E chissà ancora per quanto ci tocca farlo. È assurdo“.

Il marito di Angela, contagiosi per primo, è uscito il 30 novembre scorso dall’ospedale israelitico di Roma dove era ricoverato dal 18 novembre per polmonite interstiziale. A turno si sono contagiati tutti gli altri familiari. I genitori e 2 figli sono ancora positivi ma asintomatici, mentre gli altri 3 negativi ed è obbligatorio restare in quarantena domiciliare.

Tuttavia Angela precisa: “io e mio marito essendo trascorsi 21 giorni dal primo tampone positivo, siamo per la Asl “liberi” e non contagiosi”. Nel frattempo, nel freddo appartamento la famiglia è sconfortata: “Non vediamo la fine“. A sostenere la famiglia di Angela,  l’assessore ai lavori pubblici del Municipio III, Francesco Pieroni, che sostiene che “la Asl Roma 1 mi ha fatto informalmente sapere che per norma nessuno può entrare nella casa di un contagiato o persone sottoposte a quarantena. Pertanto, anche qualora si dovesse trovare qualcuno disposto ad intervenire, si violerebbe la legge. Un parodosso inaccettabile. Essendo in sette  potrebbero passare settimane prima che si risolva il contagio. E di conseguenza pure il guasto“. Nonostante abbia cercato di interloquire con le organizzazioni degli imprenditori a nulla è servito: “Non vogliono intervenire“.

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Intanto il marito di Angela ha scritto una mail a Virginia Raggi, che lo scorso aprile mentre raccontava del suddetto intervento dell’idraulico Lorenzo, aveva detto:”A Roma nessuno viene lasciato indietro“. In quel contesto il problema era una perdita d’acqua, risolta con l’aiuto di Croce rossa e Protezione Civile di Roma, la stessa che alla richiesta di Angela avrebbe ribattuto: “mi dispiace, non possiamo intervenire“. Nel caso del positivo aiutato da Lorenzo l’intervento era stato compiuto bardando  l’idraulico e attrezzandolo con ogni dispositivo di sicurezza. Perché, dunque, non può accadere lo stesso per questa famiglia?

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