Ruby ter, il legale: “A Berlusconi serve un periodo di riposo domiciliare assoluto”

L’avvocato Federico Cecconi deposita un certificato medico del professor Zangrillo. Lo stop è necessario per le sue condizioni di salute dopo il ricovero a Monaco. Ma il legale non chiede il legittimo impedimento: il processo Ruby ter va avanti

Ruby ter, il legale: "A Berlusconi serve un periodo di riposo domiciliare assoluto"

Per le “condizioni di salute in cui tuttora versa” Silvio Berlusconi ha bisogno di un “periodo di riposo domiciliare assoluto per 15 giorni dal 19 gennaio”. Lo ha spiegato l’avvocato Federico Cecconi all’inizio dell’udienza del processo Ruby ter a Milano. Il legale ha poi depositato una certificazione medica firmata dal professore Alberto Zangrillo successiva al ricovero dell’ex premier all’ospedale del Principato di Monaco. La difesa comunque non ha presentato istanza di legittimo impedimento e il processo prosegue.

Il processo Ruby ter a Milano

Il processo Ruby ter è attualmente in corso davanti ai giudici della settima sezione penale, nell’aula della Fiera a Milano. Il difensore ha poi chiarito che sulla base della certificazione avrebbe potuto formulare istanza per chiedere il rinvio dell’udienza di oggi. Ma, dopo aver parlato anche coi pm, ha deciso di non presentarla e di far svolgere l’udienza che prevede oggi dei testi “tecnici” dell’accusa. Dunque, il deposito dei documenti medici avvenuto anche nelle scorse udienze è “quasi una sorta di monitoraggio processuale delle condizioni di salute” di Berlusconi, ha spiegato Cecconi.

Ruby ter, il legale: "A Berlusconi serve un periodo di riposo domiciliare assoluto"

Il difensore ha poi fatto presente anche che di recente il processo sul caso escort a Bari è stato rinviato a maggio proprio sulla base dei documenti medici. Infine, ha spiegato che la documentazione depositata oggi è successiva alle dimissioni del leader di Forza Italia dall’ospedale di Montecarlo, datate 15 gennaio.

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Il processo milanese vede imputati Berlusconi e altre 28 persone, tra cui molte “olgettine” che avrebbero preso soldi e altre utilità in cambio del silenzio sulle serate del “bunga-bunga” ad Arcore. Le accuse sono corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza.

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