“Non voglio umiliarmi” dice Conte, ma gli affari personali sono inaccettabili

L’ex premier Giuseppe Conte sta personalizzando troppo la crisi di governo: non vorrebbe ricucire con Matteo Renzi per evitare di umiliarsi.

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Giuseppe Conte, presidente del Consiglio appena dimesso. Credit: Giuseppe Conte Facebook

Oggi, giovedì 28 gennaio, è l’ultimo giorno di consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Poi bisognerà decidere come risolvere la crisi di governo, che si tratti di iniziare un Conte ter, un governo politico o di unità nazionale, o di andare alle elezioni anticipate. Ciò che vorrebbe l’ormai ex – almeno momentaneamente – premier Giuseppe Conte sarebbe trovare nuovi parlamentari che gli garantiscano l’appoggio a Palazzo Madama. Stando ai numeri raggiunti in Senato lo scorso martedì 19 gennaio, all’avvocato del popolo mancano cinque voti favorevoli per ottenere la maggioranza assoluta che gli garantirebbe la governabilità. Eppure non ci sono certezze, nemmeno dopo la nascita del gruppo parlamentare “Europeisti Maie Centro democratico”.

L’alternativa al gruppo di Conte

L’unica alternativa valida per continuare la sua esperienza da presidente del Consiglio, nel caso in cui gli europeisti non bastassero a raggiungere il suo scopo, sarebbe quella di riaccogliere il traditore Matteo Renzi tra le fila della maggioranza. Il leader di Italia viva – così come il suo partito – ha ribadito a più riprese di non avere pregiudiziali nei confronti di Conte e di non farsi problemi a tornare a sostenere il governo. Anche se proprio nella mattinata prima dell’incontro con Mattarella, nel suo video-messaggio Renzi ha descritto la risoluzione della crisi di governo come “un autentico scandalo, che è quello del tentativo di far passare delle persone non su un’idea, ma su una gestione opaca delle relazioni personali e istituzionali“.

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I timori di Conte

Proprio a causa dei messaggi contrastanti di Renzi, Conte non vorrebbe rischiare. Anche se probabilmente sarà costretto a farlo, se non vuole fare un passo indietro e tornare alla sua occupazione da professore universitario. Stando a quanto riporta il Giornale, il due volte premier ci ha tenuto a precisare che anche nel caso in cui il senatore di Rignano tornasse a far parte della maggioranza, non intende farsi umiliare. Non mi umilierò in alcun modo”, avrebbe detto.

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Il piano sarebbe di avere comunque una maggioranza relativa di “fedeli” dalla sua parte, con lo scopo di avere la sufficienza numerica per trattare con Italia viva da una posizione di maggiore forza e senza accettare ricatti. Senza la squadra di europeisti pro Conte, infatti, Renzi resterebbe il solito ago della bilancia. E in quel caso l’ex presidente del Consiglio potrebbe addirittura pensare di andare alle elezioni. D’altronde, secondo i sondaggi Swg, il centrodestra non ha più una vittoria così schiacciante in mano. Da quando l’ipotesi che nasca un partito di Conte è sempre più verosimile.

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