Le elaborazioni di Tuttoscuola sulle conseguenze del nuovo Dpcm in vigore da lunedì. Possibile Dad per sei milioni di studenti italiani. Si “salvano” solo sei regioni
Da lunedì 8 marzo oltre sei milioni di studenti potrebbero seguire le lezioni da casa. Potrebbe succedere se i governatori regionali disporranno la sospensione delle attività in presenza dove vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. È la conseguenza di quanto disposto dal nuovo Dpcm in vigore dal prossimo 6 marzo. La proiezione del numero di alunni costretti alla didattica a distanza, la fa la rivista specializzata Tuttoscuola e potrebbe portare quindi a un raddoppio rispetto agli oltre tre milioni di alunni che dallo scorso 1° marzo risultano in Dad.
Possibile Dad per sei milioni di studenti
Circa tre quarti (il 73%) degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie potrebbero essere quindi impegnati nella didattica a distanza. Una “scuola diffusa” nelle case di circa sei milioni di famiglie italiane. Tuttoscuola, prendendo a riferimento gli ultimi dati messi a disposizione dalla Fondazione Gimbe (che ha rilevato l’incidenza di casi positivi per 100mila abitanti sul territorio nazionale), ha calcolato, regione per regione, il numero di alunni per ordine e grado di scuola che per la collocazione in zona rossa o in territori con elevato indice di contagi potrebbero tornare a seguire le lezioni da casa.
Nello specifico, secondo i calcoli di Tuttoscuola, potrebbero essere dunque sei milioni e 235mila (più di 7 su 10) gli alunni di scuole statali e paritarie su un totale di 8 milioni e 506mila costretti a seguire le lezioni a distanza. I dati comprendono anche circa 957mila bambini della scuola dell’infanzia. Le regioni interessate da questa chiusura totale sono la Lombardia con 1.401.813 alunni in Dad, la Campania con 944.993, l’Emilia-Romagna con 620.423, la Puglia con 585.344 e il Piemonte con 573.231. Seguono poi la Toscana con 504.616, le Marche con 212.161, la Liguria con 189.785, il Friuli-Venezia Giulia con 156.003 e l’Umbria con 119.177.
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Si “salvano” sei regioni
Si potrebbe salvare da questa chiusura totale il Lazio che, esclusi Frosinone e altri comuni, potrebbe mantenere 626.190 alunni con didattica in presenza, la Sicilia con 615.891 alunni a scuola e il Veneto con 573.694. Ma anche la Calabria con 233.209, la Valle d’Aosta con 15.552 in presenza e la Sardegna con 207.286 alunni in zona bianca.
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In presenza (con la consueta alternanza del 50% per gli studenti delle superiori) vi sarebbero 2.271.803 alunni (il 26,7%) e 6.234.962 (73,3%) in Dad. Con riferimento ai diversi settori scolastici, seguirebbero le attività didattiche a scuola 435.971 bambini delle scuole dell’infanzia (il 31,3%) e 818.458 alunni della primaria (il 31,4%). Infine, 537.644 alunni della scuola secondaria di I grado (il 31,4%) e parzialmente in alternanza 479.730 studenti delle superiori (il 17,2%).