Caso AstraZeneca, Aifa e comunicazione istituzionale: gli italiani non si fidano più

Non sono passate nemmeno 24 ore dal comunicato dell’Aifa sulla sicurezza di AstraZeneca che l’Italia, insieme a Francia e Germania, sospende proprio quel vaccino in via precauzionale. 

Il titolo del comunicato dell’Aifa

Il lancio di agenzia lo abbiamo ancora davanti: ore 20:32 del 14 marzo 2021. Cioè ieri.‘I casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno un legame solo temporale. Nessuna causalità è stata dimostrata tra i due eventi. L’allarme legato alla sicurezza del vaccino AstraZeneca non è giustificato. Le attività di farmacovigilanza proseguono sia a livello nazionale che europeo in collaborazione con Ema, monitorando con attenzione possibili effetti avversi legati alla vaccinazione’‘: stiamo citando parola per parola la nota dell’Aifa, l’Agenzia del farmaco italiana, volta a rassicurare ‘fortemente i cittadini sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca per una ottimale adesione alla campagna vaccinale in corso”. Meno di un’ora fa il contrordine: AstraZeneca sospeso in tutta Italia, come anche in Francia ed in Germania. 

Aifa: sospensione di AstraZeneca su tutto il territorio nazionale

Una decisione che ha sorpreso: perchè garantire la sicurezza di un farmaco esortando la gente a farne uso per poi smentirsi nemmeno 24 ore dopo? Cosa è successo? Fonti del ministero della Salute avrebbero comunicato che la decisione della sospensione delle somministrazioni del vaccino Astrazeneca, per ragioni precauzionali, da parte dell’ Aifa è stata presa dopo un colloquio tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro della Salute Roberto Speranza. Durante la giornata Speranza ha avuto colloqui con i ministri della Salute di Germania, Francia e Spagna. Questo è quanto trapela a livello ufficiale: il sito dell’Aifa, che sta denunciando disservizi per la quantità di contatti, ha pubblicato un comunicato abbastanza laconico: “L’AIFA ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’EMA, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19 su tutto il territorio nazionale. Tale decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei. Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso. L’AIFA, in coordinamento con EMA e gli altri Paesi europei, valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione. AIFA renderà nota tempestivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, incluse le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale per coloro che hanno già ricevuto la prima dose“.

Il sito dell’Aifa, ironia della sorte, è strutturato con le notizie in home page che “scorrono”: e quella immediatamente prima del comunicato 637, cioè quello che comunica la sospensione di AstraZeneca in Italia, è il 635, quello che definisce “ingiustificati” gli allarmi sulla sicurezza del vaccino. Un caos comunicativo che anche solo esteticamente stimola insicurezza, dubbio, paura. E che, volenti o nolenti, porta le persone a perdere fiducia nei confronti di chi si rende protagonista di una comunicazione così paradossale. E qui entriamo in quello che è uno degli argomenti più spinosi di tutta la storia di questa pandemia in Italia. Una storia che parla di  oltre 100mila morti, di centinaia di migliaia di lavoratori che un lavoro non ce l’hanno più, di progetti imprenditoriali che si stanno spegnendo – o si sono già spenti – come candele al vento. Di famiglie, uomini, donne disperate e disperati. Qual’è l’argomento? E’ proprio la comunicazione, il modo con cui lo Stato, le istituzioni hanno scelto di raccontare quello che stava accadendo agli italiani.

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I problemi si sono visti da subito: vi ricordate l’hashtag #milanononsiferma? Le dichiarazioni irresponsabili ed ignoranti di politici di rilevanza nazionale che invitavano cittadine e cittadini a non avere paura e a proseguire nelle vite di tutti i giorni. Così come alcuni virologi e scienziati, che dopo aver rassicurato sul fatto che quel virus cinese non sarebbe arrivato in Italia, sono diventati presenza mediatica fissa. Nonchè, paradossalmente rispetto al loro status di uomini di scienza, portatori di incertezza. “Il virus c’è, il virus è sparito”: anche questi botta e risposta ve li ricordate vero? E nel frattempo il governo prometteva cassa integrazione e ristori che arrivavano molto tardi e molto male. Poi è stato il turno dell’app Immuni, sparita nel nulla. E gli annunci rispetto la scuola, disattesi da una gestione disastrosa. E’ arrivato l’autunno: “Vaccinatevi, fate l’antinfluenzale!”. Peccato fosse introvabile. Nel frattempo arrivava la seconda ondata, che tutti annunciavano da mesi e che ha colto il paese di sorpresa. Poi sono arrivati i vaccini: “Facciamo le Primule per accoglierli e far vaccinare le persone!”. Bellissimo V-Day (V per vaccino, anche se pure un grillino vaffanculo forse ci sarebbe anche stato) e poi, ovviamente il caos. I vaccini sono pochi, la campagna vaccinale è lentissima. Cade il governo (dopo una crisi di governo di un mese che fa accumulare altri ritardi), se ne va Arcuri, arriva un nuovo commissario ed un piano vaccinale che regala qualche speranza, nonostante tutto. Ed ora quest’altro pastrocchio di Astrazeneca. Non è colpa del governo ne delle istituzioni medico-scientifiche se ci sono delle situazioni drammaticamente poco chiare: ma certamente c’è una responsabilità nell’aver – ancora una volta – creato confusione ed ansia nei cittadini. Che, inesorabilmente, si fidano sempre di meno di quel che gli viene detto dalle autorità: perchè, probabilmente, quello che è detto sarà smentito dopo poco tempo. E perdere fiducia in chi ti deve gestire nel corso di una pandemia mondiale è la cosa peggiore che possa succedere.

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