I numeri del cashback: ecco perché (finora) è stato un flop

Cashback, ecco perché il progetto è un flop. Attiva solo una carta su dieci e coinvolto il 14% dei maggiorenni italiani. Allo studio stop anticipato e modifiche alla misura, ma nel Recovery Plan è confermato fino a metà 2022

cashback flop

Il cashback di Stato (finora) si è rivelato un flop? La risposta è affermativa, stando alla ricostruzione fatta da Il Sole 24 Ore. Secondo il quotidiano economico, infatti, l’iniziativa governativa avrebbe riguardato soltanto una carta di pagamento su dieci e il 14% dei maggiorenni. Comunque, nonostante siano allo studio stop anticipato o modifiche, nel Recovery Plan il cashback è stato riproposto per intero almeno fino a giugno 2022.

Un primo dato negativo viene dall’analisi del rapporto tra soldi stanziati (5,5 miliardi) e adesioni: otto milioni iscritti e sette con transazioni valide. Dunque, il 14% dei circa 50 milioni di maggiorenni in Italia. Uno su sette. Bassa anche la percentuale (10%) degli strumenti di pagamento digitale attivati, app escluse. Ossia 14,5 milioni su 115 milioni di carte di credito, debito o prepagate registrate.

Cashback, i numeri del flop: “favoriti” Nord e città

Ma ci sono anche degli aspetti positivi, soprattutto nel contrasto all’economia sommersa. Secondo un sondaggio della Community cashless society, il cashback per il 70% degli italiani ha spinto a un uso più frequente dei pagamenti elettronici e per il 39% ha avuto un impatto anche sull’aumento dei consumi. Anche se, però, la misura rischia di avvantaggiare soltanto le famiglie a reddito medio-alto, residenti al Nord e nelle grandi città, già abituate a usare carte e bancomat.

Tra i 27 Paesi Ue l’Italia è 24esima per transazioni digitali pro capite con 77,1 contro una media europea di 141,2. Inoltre, nell’ultima rilevazione della Bce è stata sorpassata anche dalla Grecia con 77,2 e un tasso di crescita del 24% annuo. Grecia che, spiega Il Sole 24 Ore, ha puntato sui limiti al prelievo di denaro contante e sulla detraibilità delle spese elettroniche. Due soluzioni simili a quelle a suo tempo suggerite dal piano ideato dal manager Vittorio Colao prima della nomina a ministro nel governo Draghi.

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Aumentano i pagamenti digitali (anche senza il cashback)

Comunque, ricorda ancora il quotidiano economico, indipendentemente dal cashback i pagamenti digitali continuano a crescere. In particolare quelli contactless, con transazioni pari a 81,5 miliardi nel 2020. Un aumento del 29% rispetto ai 63 miliardi del 2019. Anche nei primi mesi del 2021 il trend è positivo.

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Da gennaio, ad esempio, le transazioni Pagobancomat sono aumentate dell’8%. Crescono soprattutto i pagamenti contactless senza Pin sul totale delle transazioni: 35% contro il 16% del 2020. Mentre le operazioni BancomatPay salgono del 72%. Nella prima settimana di febbraio segnano una crescita del 6% annuo anche i volumi di spesa con carte italiane Nexi, fisiche o su app.

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I segni di accelerazione – rileva Il Sole – sono maggiormente evidenti nelle aree del Paese meno colpite dalla pandemia (ex zone gialle). Qui, nell’ultima settimana di gennaio, i volumi di spesa con carte italiane crescono del 29% rispetto allo stesso periodo del 2020. Aumentano infine anche le transazioni medie per utente dell’app Satispay: 16, tra dicembre e febbraio 2021, con un incremento del 46% rispetto al 2020.
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