Altra sparatoria, Biden: basta armi da fuoco fatte in casa. Ora sì che va meglio

Negli Usa prosegue lo spargimento di sangue legato all’uso di armi da fuoco e, per l’ennesima volta nel giro di pochi giorni, il grilletto scatta ancora. Questa volta la sparatoria ha avuto luogo in South Carolina, all’interno di un’abitazione. Sono cinque le persone uccise, tra le quali due bambini. In America resta in lontananza la tanto attesa riforma sulla compravendita delle armi da fuoco, anche se Biden avrebbe annunciato di voler affrontare il problema. A modo suo. 

usa armi - meteoweek.com
MeteoWeek.com (da Getty Images)

Negli Usa rimbombano ancora i colpi d’arma da fuoco, e questa volta lo fanno in South Carolina, all’interno di un’abitazione privata. Si tratta dell’ennesima sparatoria dopo quella avvenuta il 6 aprile in Maryland,  la strage nel supermercato in Colorado e la sparatoria nella città di Orange, a sud di Los Angeles. Sono cinque le vittime di questo ultimo confronto a fuoco in South Carolina, tra cui due bambini. Si tratta di Robert e Babara Lesslie, rispettivamente di 70 e 69 anni, morti insieme ai loro due nipotini e a un uomo di 39 anni che lavorava all’interno dell’abitazione. A queste vittime si aggiunge una sesta persona rimasta ferita nella sparatoria e, attualmente, in gravi condizioni. Dalla polizia intanto sono arrivate le prime notizie su un possibile sospettato (“un giovane afroamericano che indossa una felpa con il cappuccio e pantaloni stile militare“), poi seguite da una notizia priva di ulteriori dettagli: un sospetto è stato catturato, ed era nascosto in una casa vicina al luogo della sparatoria.

La tragedia si somma a un altro evento, oltre agli altri citati precedentemente. Nella giornata di ieri un turista americano proveniente dallo Stato del Kansas è stato raggiunto da un proiettile vagante nella zona di Times Square, a Manhattan. Il colpo è stato esploso mentre il turista rientrava in albergo, e ha portato al fermo di un residente di New York. Insomma, le situazioni sono le più disparate, così come i moventi (ancora da dimostrare). Ciò che resta e che accumuna tutti questi casi, però, è la facilità con cui si entra in possesso e si utilizzano armi per raggiungere i propri scopi. Più che dei moventi, a voler allargare il discorso, andrebbero cercati dei deterrenti.

Leggi anche: Il caso Renzi

Cosa farà Biden? Quasi nulla

Ciclicamente, da anni  l’America torna a parlare dell’ipotesi di limitare la compravendita di armi da fuoco. E lo fa – prevedibilmente – sempre e soprattutto in occasione di eventi come questi. Eppure, nonostante sia una tiritera già conosciuta e spesso rimasta parola morta, questa volta Joe Biden sembrava voler fare sul serio. Un intervento era pure necessario: pesano le sparatorie dei giorni scorse, pesa il clima di incertezza che sta travolgendo l’America anche a causa del Covid, pesano le tensioni interne, gli attacchi al Capitol Hill e questa sorta di coltre da guerra civile sopita che aleggia sugli Usa ormai da mesi. Lo aveva ribadito anche la portavoce della Casa Bianca Jan Psaki, su Twitter: “La violenza con le armi è un’epidemia. È una crisi sanitaria pubblica. Sono orgogliosa di essere parte di un’amministrazione guidata” da un presidente “che combatte da tempo per misure di buon senso sulla sicurezza delle armi. Oggi rappresenta un grande passo in avanti per rendere i nostri bambini e le nostre comunità più sicure“.

Ma, appunto, Biden sembrava voler fare sul serio, e sottolineo il verbo al passato. Nella realtà dei fatti, le proposte dell’attuale presidente Usa – esposte nella giornata di oggi – sembrano più un pro-forma che un reale intervento per limitare la circolazione delle armi da fuoco. Biden ha chiesto il primo rapporto globale sul traffico di armi da fuoco negli Stati Uniti dal 2000. Poi, neanche una nota sulla tanto chiacchierata stretta sui fucili d’assalto stile militare, i responsabili delle stragi più sanguinose compiute in America. In cambio, Biden annuncia una stretta sulle armi fantasma, le pistole fatte in casa attraverso l’assemblaggio di componenti presenti in un kit fai da te. Inoltre, tra gli altri provvedimenti, Biden ha annunciato di voler regolamentare ulteriormente le bretelle utilizzate per fissare le pistole sul braccio: l’idea è di classificare queste pistole come fucili a canna corta, e quindi di sottoporle a controlli più severi. Questo e poco altro. La strategia di Biden è quella di agire su bretelle e “artigianato” militare per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Qualcosa ci dice che non basterà.

Leggi anche: La storia del salvataggio Alitalia, Rixi: “Tanti errori durante il Conte bis”

Tutto come prima?

usa armi - meteoweek.com
MeteoWeek.com (da Getty Images)

I democratici a marzo avevano già proposto e approvato alla Camera due misure: il divieto dei fucili d’assalto e una legislazione che preveda una verifica più approfondita del passato degli acquirenti. Tra l’altro, non è la prima volta che Biden tocca il tema della regolamentazione delle armi da fuoco. La questione era già entrata nella sua campagna elettorale, e ora le tragiche circostanze di questi giorni gli forniscono l’occasione di premere l’acceleratore su un tema già profondamente dibattuto. Tuttavia, almeno per quanto riguarda i due progetti di legge già presentati, la speranza resta contenuta. Alla Camera le proposte sono passate quasi totalmente grazie al voto dei democratici. L’appoggio dei soli democratici, tuttavia, potrebbe non bastare al Senato, dove il Partito Democratico ha 50 voti su 100 (il limite per far passare le leggi, evitando l’ostruzionismo, è di 60 voti).

Leggi anche: I sindacati dicono no allo stralcio delle cartelle del dl Sostegni. Ecco perché

E in tal modo si ripropone la solita situazione di stallo, dovuta – secondo il Post – a un insieme di fattori: chi si dice favorevole all’introduzione di questo tipo di restrizioni non reputa, tuttavia, che si tratti di una priorità; chi è contrario all’introduzione di restrizioni reputa invece prioritario difendere le libertà acquisite in merito al possesso delle armi. A tutto questo si aggiunge l’influenza della National Rifle Association (NRA), l’associazione che rappresenta produttori e proprietari di armi negli Stati Uniti, che elargisce donazioni e influenza la politica all’interno del Partito Repubblicano, specie dopo l’estremizzazione che ha subito il partito sotto la guida di Donald Trump. Insomma, per molti repubblicani la difesa dell’attuale legislazione sulle armi è diventato un fatto identitario, mentre per il resto degli americani rappresenta lo status quo o una causa evidentemente con troppi nemici. Insomma, è possibile che il timido tentativo di Biden sia solo un inizio. Ma qualcosa ci dice di no.

Impostazioni privacy