Amministrative città per città: a che punto siamo? Favoriti e rebus da risolvere

Dopo tante incertezze, passi in avanti e passi indietro, prende forma il quadro delle amministrative che si terranno in diverse importanti città italiane, come Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna. Ecco a che punto sono i diversi candidati sindaci delle principali forze politiche.

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Le pazze elezioni amministrative di quest’anno sembrano andare incontro a un quadro più definito, e diversi sondaggi cercano già di tirare le prime somme. Tra alleanze traballanti (soprattutto tra Pd e M5s), primarie del centrosinistra discusse su più fronti, un centrodestra in affanno nella ricerca dei nomi e pronto a scegliere esclusivamente volti civici (i nomi politici attendono le prossime elezioni politiche?), la situazione sembrava finita in un pantano fatto di tacita agitazione. E se il centrosinistra ha puntato tutto su delle primarie fortemente orientate dagli endorsement dei big del Pd – a partire dal segretario -, il centrodestra ha invece optato per un costante dialogo attorno a un tavolo, un confronto alla ricerca di un compromesso che rispettasse gli equilibri dell’alleanza oltre a risultare vincente. In entrambi i casi, la scelta dei candidati è stata attentamente ponderata o orientata sulla base di calcoli strategici, piuttosto che sulla base dei programmi presentati dai diversi candidati sindaci. Programmi di cui, a dire il vero, sappiamo ben poco. Ciò che è possibile analizzare, allora, è l’impatto che la scelta dei partiti ha avuto fino ad ora sull’orientamento degli elettori.

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Torino 

A Torino il primo motivo di apprensione da parte del centrosinistra riguarda innanzitutto un possibile stacco di 4 punti tra il candidato di centrodestra Paolo Damilano (dato in una forbice del 44-46%) e il candidato di centrosinistra, il vincitore delle primarie Stefano Lo Russo (40-42%). L’indagine non testa i singoli candidati, ma l’insieme delle liste che li appoggiano. Ma a preoccupare non è tanto la distanza tra le due percentuali di consenso, quanto – stando al Corriere – la misurazione della capacità di crescita: Damilano sembra in vantaggio anche qui (con un indice dello 0,2%), rispetto a Lo Russo (-0,1%).

Roma

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Intanto anche a Roma la situazione non sembra rosea per il centrodestra. Enrico Michetti, candidato del centrodestra, avrebbe superato il candidato di centrosinistra Roberto Gualtieri. A riportarlo, le rilevazioni dell’istituto Tecncé, elaborate per conto di Dire. Il dato si fonda su un campione di 800 cittadini romani. Rappresenta, dunque, una fotografia parziale e soggetta a diverse mutazioni. Ma è rappresenta comunque un indizio sul possibile orientamento del voto dei cittadini romani: “La corsa per la poltrona di sindaco vede Enrico Michetti al 34,6%, con Fratelli d’Italia al 21,8%, la Lega al 9,1%, Forza Italia al 4% e altre liste per Michetti all’1,2%. Segue Roberto Gualtieri con il 27,2% dei consensi; il Pd ottiene un 22,4% e altre liste con Gualtieri segnano un 6%. Terza posizione per Virginia Raggi che si ferma al 18,8% e un M5s al 13,7%, altre liste con Raggi al 4,1%. Non distante dalla sindaca grillina il leader di Azione Carlo Calenda con il 15,3%, consenso più alto rispetto alla somma del 7% di Azione e del 6,4% di altre liste con Calenda”. Resta alto, comunque, il tasso degli astensionisti, un tasso che rende ulteriormente instabili le rilevazioni effettuate fino a questo momento: 47,6% di cittadini che deve decidere chi votare.

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Napoli

A Napoli, invece, in testa sembrerebbe esserci il candidato di centrosinistra e M5s Gaetano Manfredi, stando a quanto riportato da Emg-Ricerche. L’ex ministro dell’Università raccoglierebbe il 48% dei consensi, con il 19% di stacco rispetto a Catello Maresca, il Pm anticamorra candidato da pochissimo a sindaco di centrodestra, che registra un 29%. Segue, poi, Antonio Bassolino, ex governatore ed ex sindaco del Rinascimento napoletano degli anni ’90, che ora raccoglie il 13% dei consensi, superando l’assessora Alessandra Clemente, al 7%, sponsorizzata dal sindaco uscente Luigi De Magistris. Lo studio si fonda su un campione rappresentativo di 1.200 casi, raccolto tra il 16 e il 18 giugno. Manfredi intanto commenta: “Mai dare nulla per scontato, c’è ancora molto da lavorare ma i dati sono sicuramente incoraggianti e coincidono con la mia percezione della realtà. A Napoli siamo stanchi di urla, insulti e aggressività, il taglio netto con il passato lo si fa anche sui toni. La nostra coalizione risponde concretamente alla domanda di cambiamento perché lavora dal basso, rispondendo ai bisogni concreti dei cittadini“.

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Milano

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Mentre si attende di sciogliere il rebus del candidato di centrodestra di Bologna e della difficile gestione delle mille anime del centrosinistra, la coalizione di centrodestra sembra aver scelto il suo volto per Milano: Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria del Fatebenefratelli, sfiderà il primo cittadino uscente Beppe Sala. In questo caso, sembra ancora presto per capire verso che lato si orienterà il consenso dei cittadini. Ma Bernardo fornisce subito qualche indicazione sulla sua candidatura: “Ho vissuto il Covid e conosco la sanità, utilizzerò la mia competenza per curare la città“, dice all’uscita dalla casa pediatrica dell’ospedale. Poi ancora: c’è “grande rispetto per l’avversario“, “la mia sarà una campagna elettorale non urlata“. Non resta che attendere. D’altro canto, sarebbe assurdo fare una campagna elettorale urlata senza i programmi. Vorrebbe dire urlare contro l’avversario in quanto persona, e la speranza è sempre che quella stagione politica sia ormai archiviata.

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