Lavoro, nel PNRR il piano per dare impiego a 3 milioni di persone

Primi passi per la riforma delle politiche attive del lavoro e per il Programma GOL, la Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori. Ecco di cosa si tratta. 

 

Le politiche del lavoro dovrebbero essere la chiave di volta dello scenario occupazionale italiano e mondiale. Sarà forse in quest’ottica che, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il PNRR, è stata prevista una riforma per potenziare le politiche attive, in cui rientrano tutte le iniziative messe in campo dalle Istituzioni, nazionali e locali, per promuovere l’occupazione e l’inserimento lavorativo. La riforma ruota attorno al Programma di Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, inserito nella Missione 5 del Pnrr e che si accompagna ad un Piano nazionale per le nuove competenze, al Piano straordinario di rafforzamento dei centri per l’impiego e al rafforzamento del sistema duale.

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Il Gol, come è stato denominato, si rivolge a tutte le persone beneficiarie di un ammortizzatore sociale o del Reddito di cittadinanza. Ma anche ai giovani, alle persone con disabilità e altre persone in condizione di fragilità che incontrano difficoltà nella ricerca di un lavoro. Per ciascuna di queste categorie è previsto un percorso ad hoc che si basi proprio sulle caratteristiche dei potenziali lavoratori, sulla competenze, sul mercato del lavoro locale e sulle sue offerte. Il progetto dunque mira ad offrire cinque diversi percorsi di reinserimento nel mercato, differenziati a seconda della condizione del disoccupato.

Se la persona è facilmente ricollocabile scatteranno gli interventi per accompagnarlo a un nuovo lavoro, altrimenti verrà indirizzato alle attività di formazione. In caso di crisi aziendali, invece, ci saranno percorsi di gruppo per cercare di risolvere i gap esistenti. Infine, un’ultima strada mira all’inserimento sociale di chi ha necessità di conciliare lavoro e famiglia, come madri o padri single o assistenti di persone disabili. Il tutto, nel quinquennio 2021-25 potendo contare su risorse pari a 4,4 miliardi di euro su Gol, a cui si aggiungono 500 milioni di euro a valere sul React-Eu, 600 milioni di euro per il rafforzamento dei centri per l’impiego e 600 milioni di euro per il rafforzamento del sistema duale.

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Un piano ambizioso

Entro il 2025 dovrebbero essere coinvolte 3 milioni di persone, tre quarti delle quali donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under 30 e lavoratori over 55, un piano molto ambizioso nel quale sembrano non mancare gli ostacoli. In primo luogo, pesa la difficoltà di potenziamento dei centri per l’impiego, che dovrebbero passare da uno ogni 100mila abitanti ad uno ogni 40mila. E, i centri, vanno riempiti. In secondo luogo, serve personale specializzato, ma sono soltanto 11mila le assunzioni da parte delle Regioni che vanno a rilento. Inoltre, molte persone beneficiari di reddito di cittadinanza sono difficili da ricollocare. Pertanto, immaginare l’efficienza del piano risulta piuttosto difficile considerando che, ad oggi, i 550 centri per l’impiego contano 8mila dipendenti più 2.500 navigator contro i 110mila del sistema tedesco e vengono usati da meno del 20% dei disoccupati.

 

Sulla fattibilità del progetto non è entusiasta Andrea Garnero, economista del lavoro che al riguardo ha espresso le sue considerazioni: “Bisogna trovare il modo per distribuire i fondi del Next Generation Eu alle Regioni solo a condizione che raggiungano precisi obiettivi in termini di qualificazione dei lavoratori e inserimento nel mercato. In caso contrario le assunzioni nei centri per l’impiego saranno inutili. E lo Stato, non avendo centrato i target, non riceverà i soldi dalla Ue e dovrà anche coprire il buco”, ha detto l’esperto alla guida di una commissione di studio sul lavoro povero istituita dal ministero. “In alcune aree del Paese il sistema delle politiche attive di fatto è inesistente, senza che nessuno si sia interrogato sulle responsabilità. Anche nello scenario migliore possibile si potrà rimediare solo nel lungo periodo. Nel frattempo vanno sicuramente coinvolte le agenzie per il lavoro private, ma senza pensare che sia una panacea: dove non funziona il pubblico spesso non c’è nemmeno il privato“, ha proseguito Garnero.

Target e obiettivi

Elemento costitutivo della riforma, da cui dipendono i finanziamenti Ue, è la definizione di milestones e target. Nello specifico il Milestone 1 prevede l’ adozione dei decreti interministeriali per l’approvazione di Gol e Piano Nuove Competenze entro il 2021; il milestone 2 prevede l’adozione di Piani regionali per la piena attuazione di Gol ed esecuzione di almeno il 10% delle attività previste entro il 2022. Il target 1 pone come obiettivo almeno 3 milioni di beneficiari di Gol entro il 2025. Di questi almeno il 75% devono essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under 30, lavoratori over 55. Il target 2 pone invece almeno 800 mila dei su indicati 3 milioni devono essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300 mila per il rafforzamento delle competenze digitali.

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