Da Kiev arriva l’ordine: «Ballerini ucraini, no alle opere russe, non danzate Ciaikovskij»

Il Ministro della cultura ucraina vieta ai ballerini di interpretare musiche e coreografie di autori russi. Mondo della danza sconvolto.

La guerra in Ucraina si allarga e diventa uno scontro fra culture.

È uno degli aspetti peggiori delle guerre: trasformare il nemico in un alieno, in un mostro d’una altra specie. E così tutto ciò che proviene da quel mondo “altro” appare orrendo, contaminato, da espellere. Degno solo di odio. Anche fossero i prodotti più alti dell’animo umano come l’arte.

Così è tutta una cultura sotto attacco. Era già capitato a Dostoevskji, “colpevole” di essere russo. Adesso tocca al ballo.

L’ordine di Kiev: non interpretare opere di autori russi

I ballerini ucraini non potranno più esibirsi nel «Lago dei cigni» – Meteoweek

Perciò non stupisce – anche se dovrebbe farlo – quanto ha deciso negli ultimi giorni il Ministero della cultura ucraina. Da Kiev è arrivato l’ordine a tutti gli artisti ucraini: non interpretate opere di autori russi. E così addio a Ciaikovskij e al suo celebre trittico di balletti, dal «Lago dei Cigni» allo «Schiaccianoci», passando per la «Bella Addormentata».

E ovviamente chi osa smarcarsi rischia l’accusa di “tradimento” o di essere una “quinta colonna”. Vale anche per i ballerini ucraini rifugiati nel nostro paese che cercano di raccogliere aiuti per la loro madrepatria partecipando a spettacoli benefici. Guai se si esibiranno in coreografie o musiche provenienti dalla Russia.

Bloccate le esibizioni dei ballerini russi

Ancora peggio va ai ballerini russi: stoppate tutte le loro esibizioni nei gala benefici per l’Ucraina organizzati dai teatri della penisola. Ai loro colleghi ucraini è stato vietato di esibirsi assieme a loro.

La disposizione del Ministero ucraino sta sconvolgendo il mondo della danza, costringendo i teatri a improvvisi cambi di programma. Come è capitato al Comunale di Lonigo, nel Vicentino, dove ieri sera il «Lago dei Cigni» è stato sostituito in corsa dalla francese «Giselle». Identica situazione al Comunale di Ferrara, dove domani sera l’Ukrainian Classical Ballet non presenterà più il capolavoro di Ciaikovskij ma un’antologia di coreografie varie nel corso di una serata intitolata «Ukraina Gran Gala Ballet».

Ma c’è chi non condivide questa imposizione che sa di purga. È il direttore artistico del Comunale di Ferrara, Marcello Corvino. Lo ha messo per iscritto in un comunicato: «Il governo ucraino ha recentemente imposto il divieto a tutti i suoi artisti di interpretare opere di autori russi. La direzione del Comunale di Ferrara non condivide il divieto del Ministero della cultura ucraina. La cultura russa è patrimonio dell’umanità e della cultura occidentale in particolare, non è emanazione del governo russo. La cultura deve unire, costruire ponti tra popoli, non dividere. Nonostante la nostra divergenza di vedute con il Ministero della cultura ucraino, per non esporre gli artisti ospiti del nostro teatro a violazioni delle leggi emanate nel proprio Paese, abbiamo condiviso con i danzatori ucraini l’idea di un cambio di programma».

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