Caso Alberto Genovese, il magistrato:«Abusi frutto di sessualità violenza. Cercava solo il massimo del piacere»

Le motivazioni del verdetto che ha condannato Alberto Genovese a otto anni e quattro mesi di prigione, come stabilito dal magistrato Chiara Valori

Il gup, Chiara Valori, nelle motivazioni del verdetto che condanna a 8 anni e quattro mesi di prigione, Alberto Genovese, ex imprenditore, per due stupri ai danni di due modelle, scrive che l’uomo ha «scientemente e pervicacemente organizzato la propria vita di relazione», lasciandosi guidare da una «sessualità» attuata in modo violento.

Alberto Genovese-meteoweek.com

Il magistrato scrive che l’obiettivo dell’imprenditore «è stato sempre evidentemente quello della ricerca del massimo piacere personale». I due stupri sono avvenuti nel 2020, a tre mesi di distanza. Le due ragazze, modelle, avevano 23 anni e 18 anni, e sarebbero state intontite con un mix e poi stuprate.

Le videocamere interne della stanza di Terrazza Sentimento a Milano, mostrano come l’impresario «abbia sempre agito in condizioni vigili, mentre l’unica che versava in uno stato di sostanziale incoscienza» era la ragazza 18enne. Il giudice ha inoltre rigettato la tesi della difesa della seminfermità mentale, anche connessa all’utilizzo di cocaina.

Per il magistrato, l’atteggiamento di Genovese è sembrato pure «lucido e orientato sin dalle ore immediatamente successive ai fatti». Secondo il gup, la lucidità dell’ex imprenditore è attestata dal fatto che, dopo le violenze del 10 ottobre 2020 ai danni della modella di 18 anni, ha tentato di «far sparire le registrazioni video» e dato «8mila euro a Daniele Leali per mettere a tacere» la ragazza. Oltretutto, «tra il 4 e il 5 novembre ha anche pagato del denaro» a un’altra giovane «probabilmente per analoga ragione».

Secondo il gup, non c’è nulla che provi in nessun modo «che il particolare funzionamento psichico di Alberto Genovese» sia mai «evoluto in un disturbo della personalità, né vi è prova che ciò lo abbia incolpevolmente indotto alla tossicomania». Quello che invece il gup sottolinea è che sia palese che i suoi comportamenti, ma anche quelli dell’ex compagna condannata a due anni e cinque mesi per concorso nell’abuso di Ibiza, «siano state pesantemente condizionate dall’uso massiccio e prolungato di stupefacenti».

Il gup scrive ancora nella sentenza che «le condotte ascritte ad Alberto Genovese appaiono contraddistinte da particolare gravità, considerato soprattutto l’evidente squilibrio (per età, capacità, censo) sussistente tra la sua posizione e quella delle ragazze che frequentavano le sue feste, tutte giovanissime e attratte dalla presenza di personaggi del mondo dello spettacolo e dal lusso come specchietti per le allodole».

Infine, il gup mette in evidenza come «l‘offerta di sostanze stupefacenti di buona qualità, in quantitativi pressoché illimitati, senza pagamento» nel corso delle feste organizzate da Genovese, «appariva dunque particolarmente» dannosa «sia per la salute delle ragazze che, come si è visto, per quel che accadeva dopo, quando erano ormai ridotte in condizioni di non poter opporre alcuna forma di resistenza o anche di semplice diniego».

 

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