Bimbo 15 mesi morto a Belluno per meningite, il padre:«Dimesso dal pronto soccorso 5 giorni prima»

Un bambino di 15 mesi, Christian Lozovyy, ucraino, figlio di genitori che vivono in Italia da anni, è morto per meningite qualche giorno fa. Ora parla il padre

Il piccolo Christian Lozovyy, 15 mesi, è morto sabato 26 novembre a causa di una meningite batterica fulminante. Il bimbo era già stato portato dai genitori in ospedale, il 21 novembre:«Ci hanno detto di ritornare a casa ma poi mercoledì 23 Christian è stato male di nuovo. L’abbiamo quindi riportato in ospedale: stavolta è stato ricoverato ma poi è morto», ha detto il padre del bimbo a Il Corriere della Sera.

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Il piccolo, negli ultimi tempi, aveva avuto seri problemi a livello respiratorio e dal 10 al 17 novembre, aveva anche contratto il Coronavirus. Era riuscito a guarire, come ha spiegato suo padre. Moglie e marito sono Italia da 15 anni, e hanno la cittadinanza oltre a parlare benissimo italiano. Nell’intervista, il padre del piccolo deceduto spiega che suo figlio ha dovuto affrontare molti problemi in questi mesi, tra cui il Covid: «Il tampone del 17 novembre era risultato negativo ma continuava ad avere la febbre alta e così l’abbiamo portato dalla pediatra. Ci ha detto di fare degli esami del sangue: non erano buoni ma nemmeno particolarmente preoccupanti. Christian però continuava a stare male e così, lunedì 21 novembre, lo abbiamo portato al pronto soccorso di Belluno».

A quel punto, un medico lo ha sottoposto a visita e ai genitori avrebbero detto di riportarlo a casa e dargli, eventualmente, un antibiotico se la febbre fosse ritornata. I genitori vanno via col bambino e tornano nella propria abitazione. Il piccolo alcune ore più tardi sembrava star meglio, ma poi si è aggravato. Mercoledì 23 novembre, i genitori lo hanno riportato in nosocomio e da lì il ricovero nel reparto pediatria.

Poi, il trasferimento all’ospedale di Padova. Aveva una febbre che superava i 39. Il 26 novembre i medici li hanno portati in una stanza per comunicargli che il figlio non ce l’avrebbe fatta. E purtroppo, è andata così.

Alla domanda se lui e la moglie ritengano che la prima volta, i medici abbiano commesso un errore nel rimandare il bimbo a casa il 21 novembre scorso e soprattutto se denunceranno, l’uomo ha replicato che non essendo un medico, non sa rispondere a questo quesito, e che per ora, lui e la sua compagna sono indecisi se denunciare oppure no: «In questo momento il dolore è troppo grande, ci penseremo più avanti».

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