Attirata in un tranello e violentata dai vicini di casa: chiesta condanna a 16 anni per gli aggressori

Una ragazza che all’epoca dei fatti aveva 20 anni, avrebbe subìto violenza da due aguzzini dopo averla attirata in un tranello. 

L’avrebbero avvicinata in modo amichevole, tentando di conquistarne la fiducia, e una volta ottenuta, l’hanno invitata nella loro abitazione per bere qualcosa. Ma i due uomini, un 54enne e un 36enne, D. Dragos Stancu e E. Floroaia, le stavano tendendo un tranello.

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L’accusa si dice certa di questo, e nel processo contro i due uomini per stupro, ha chiesto che vengano condannati a 16 anni di prigione. La violenza sarebbe occorsa il 9 dicembre 2016. La ragazza, che all’epoca aveva 20 anni, era vicina di casa dei due uomini. I due l’avrebbero violentata per ore, finché lei non è riuscita a liberarsi, per poi scappare.

Secondo il pm Andrea Zito, non esistono attenuanti per i due, che avrebbero organizzato un vero e proprio piano per violentare la ragazza, che avevano puntato già da diverso tempo. Infatti, la giovane li aveva conosciuti qualche tempo prima del presunto stupro, e aveva passato con loro delle serate in modo amichevole, ma quel giorno, i due l’avrebbero invitata nella loro abitazione per offrirle qualcosa da bere e lei avrebbe perso i sensi.

A quel punto sarebbero incominciate le molestie, approfittando del fatto che fosse incosciente a causa degli alcolici. La ventenne avrebbe subìto per ore violenza dai due uomini riuscendo a liberarsi e a sfuggire ai due una volta ripresi i sensi. La donna li avrebbe pregati di lasciarla stare, e dicendo basta. A quel punto, sarebbe riuscita a trovare una via di fuga tornando a casa e chiedendo aiuto ai familiari.

Una ricostruzione molto forte, i cui dettagli sono stati raccontati in tribunale davanti ai due imputati. La conferma dello stupro sarebbe giunta anche dai medici del nosocomio in cui la ragazza era andata a farsi visitare, medici che hanno individuato ecchimosi su braccia e gambe. Il legale che assiste la giovane, ha chiesto che la sua assistita venga risarcita con importo pari a 200 mila euro.

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