Pericolo melioidosi, è allarme per il virus trasmesso dai macachi: quattro scimmie infette

Un’organizzazione animalista punta il dito sull’agenzia Usa di prevenzione e controllo delle malattie.

Sotto accusa la scarsa trasparenza con cui avrebbe gestito e comunicato la presenza di patogeni potenzialmente mortali per l’uomo. Sarebbero arrivati in America attraverso scimmie usate negli esperimenti di laboratorio.

Un gruppo di attivisti animalisti, riporta il Guardian, ha rivelato di essere entrato in possesso di informazioni che dimostrerebbero la scarsa trasparenza dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Ossia l’agenzia che in Usa si occupa della prevenzione e del controllo della malattia. Il Cdc, denunciano gli attivisti di Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), non avrebbe comunicato né al pubblico né alle autorità statali che negli Stati Uniti entrerebbero con regolarità una serie preoccupante di batteri pericolosi. Compreso uno classificato come agente di bioterrorismo. Una miriade di batteri nocivi che entrerebbero sul suolo americano in spedizioni di scimmie importate per essere usate in esperimenti di laboratorio.

Così a luglio il Cdc ha messo in guardia i funzionari della regione del delta del Mississippi contro un agente di bioterrorismo. Si tratta di un batterio in grado di scatenare la malattia della melioidosi, presente nel suolo e nell’acqua. Parliamo di una malattia respiratoria molto pericolosa, con una letalità che oscilla tra il 10 e il 15% delle persone contagiate.

Almeno quattro scimmie infette in Texas

Ma i funzionari del Cdc hanno detto di non essere a conoscenza di come i batteri fossero giunti fino a lì. Questo malgrado il fatto che le spedizioni delle scimmie fossero una possibile fonte di trasmissione. Stando ai documenti del Cdc, l’agenzia sarebbe stata al corrente del fatto che il batterio stava infettando le scimmie nel sud-est dell’Asia. E soprattutto che veniva portato negli Stati Uniti, l’ultima volta nel 2021.

Nel 2015 il batterio è stato scoperto in scimmie malate al Tulane National Primate Research Center (Louisiana). Poi c’è il caso di almeno altre quattro scimmie importate nel 2021 in Texas dalla Cambogia, denuncia Peta. Sarebbero state rilasciate dai laboratori di quarantena malgrado fossero risultate infette da questo agente patogeno mortale. Sono almeno sei le scimmie importate in America tra 2020 e 2021 a essere state infettate dal batterio.

Melioidosi, come si trasmette l’infezione?

I batteri all’origine dell’infezione da Bukholderia pseudomallei (malattia conosciuta come “melioidosi”) si trasmettono all’uomo col contatto diretto con terreni e acque contaminati (per inalazione di polvere o di gocce d’acqua, ingestione di acqua, contatto col terreno contaminato), in particolare quando ci sono tagli o abrasioni sulla pelle.

Esistono diversi tipi di melioidosi. In generale, la melioidosi presenta un’ampia gamma di sintomi che possono essere scambiati per altre patologie (come le forme più comuni di polmonite e la tubercolosi). In caso di infezione localizzata i principali sintomi sono: dolore localizzato o gonfiore, febbre, ulcerazione, ascesso. Quando l’infezione è a livello polmonare i sintomi comprendono: tosse, dolore al petto, febbre alta, mal di testa, anoressia. Mentre quando l’infezione è diffusa i sintomi possono essere: febbre, mal di testa, difficoltà respiratorie, disturbi addominali, dolori muscolari o articolari, disorientamento, perdita di peso, convulsioni.

In genere il trattamento contro la melioidosi comincia con una terapia antimicrobica endovena per 10-14 giorni, al quale seguono 3-6 mesi di terapia antibiotica per via orale.

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