Il buco nell’ozono si sta chiudendo: l’impegno congiunto dei governi è stato decisivo

Buone notizie dall’Onu: il buco nell’ozono si sta lentamente chiudendo. Le misure intraprese dai governi per la riduzione delle sostanze responsabili della sua riduzione hanno avuto un peso decisivo.

Erano gli anni ’80 quando la comunità scientifica ha iniziato a mettere in guardia il mondo intero, evidenziando i pericoli legati alla graduale riduzione dell’ozono. Nel 1989 l’UNEP (Programma Ambientale delle Nazioni Unite) è giunta alla formulazione del Protocollo di Montreal, con l’obiettivo di portare a compimento la Convenzione di Vienna.

Buco ozono (Pexels) 12.01.2023 meteoweek.com
Il progressivo ripristino del buco nell’ozono (Pexels)

L’accordo ha contribuito all’eliminazione del 99% delle sostanze che vanno a ridurre l’ozono (tra cui i gas CFC, utilizzati come solventi, agenti schiumogeni, refrigeranti o propellenti). Le misure adottate dai governi che hanno ratificato il Protocollo hanno avuto un’importanza decisiva. Il buco nell’ozono si sta finalmente chiudendo, come annunciato dall’Onu in un recente rapporto.

Buco nell’ozono, un allarme lanciato 40 anni fa

Il calo dell’ozono ha costituito, per molti anni, un grosso pericolo per l’ambiente. L’ozono ha un’im0portanza fondamentale per la vita sulla terra: si tratta di un filtro che ci protegge dai raggi ultravioletti del sole. La sua riduzione ha avuto inizio negli anni ’80, come spiegato in precedenza, a causa dell’emanazione di sostanze ozono lesive.

La Convenzione di Vienna del 1985 puntava proprio a tutelare la nostra salute e quella dell’ambiente dalle conseguenze negative legate al calo dello strato di ozono. Due anni più tardi, è arrivata la volta del Protocollo di Montreal, intenzionato a ripristinare l’ozono grazie alla riduzione – seguita da un totale abbandono – della produzione di gas nocivi.

Il Protocollo è stato ratificato da 197 paesi, compresa l’Italia (nel 1988), che si sono impegnati per eliminare le emissioni e il consumo di sostanze ozono lesive. Oltre ad essere responsabili del buco nell’ozono, i CFC sono gas serra che avrebbero potuto portare ad un drammatico innalzamento delle temperature globali (in un panorama già allarmante, visto che la produzione di gas che provocano il surriscaldamento del pianeta non si è ancora arrestata).

Il successo del Protocollo di Montreal

In base a quanto comunicato dall’Onu in un recente rapporto, il buco nell’ozono si sta finalmente chiudendo. Il Protocollo di Montreal si è rivelato “il trattato ambientale di maggior successo nella storia” come affermato dallo scienziato David Fahey, principale autore dell’analisi. Quanto accaduto dimostra che i diversi paesi del modo sono in grado di “unirsi, decidere un risultato e agire di conseguenza”.

La speranza è che il traguardo possa essere uno stimolo a portare avanti l’impegno a favore dell’ambiente. In particolare nella situazione di emergenza climatica attuale. Secondo il rapporto, lo strato di ozono guarirà entro il 2040. I tempi saranno più lunghi per i poli: per l’Antartico bisognerà aspettare altri cinque anni, mentre per l’Artico fino al 2066.

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