Covid, in Veneto la metà dei decessi avviene fuori dalle Terapie Intensive

Un’indagine della Regione Veneto ha fatto emergere che più della metà dei decessi con coronavirus avviene fuori dalle Terapie Intensive.

Covid, in Veneto la metà dei decessi avviene fuori dalle Terapie Intensive - www.meteoweek.com
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, durante la conferenza stampa di lunedì 23 novembre. Credit: Luca Zaia Facebook

 

Un paziente su due non muore in Terapia intensiva

Più della metà dei decessi del Veneto è avvenuto all’ospedale, ma in reparti come Malattie infettive o Pneumologia. Dunque in aree meno critiche della Terapia Intensiva. Ciò significa che queste persone – verosimilmente – sono morte con il coronavirus e non a causa di esso. A rivelarlo è un’elaborazione effettuata dalla Regione Veneto, prendendo in esame i 3.056 pazienti deceduti dal 21 febbraio al 17 novembre. Di questi, 1719 sono venuti a mancare negli ospedali del territorio, ma in aree non critiche. Il numero equivale al 56,25 per cento.

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Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, durante la conferenza stampa di lunedì 23 novembre. Credit: Luca Zaia Facebook

I numeri dei decessi in Veneto

Il 14,2 per cento – cioè 434 persone – del totale è invece deceduto in terapia intensiva. Il 22,84 per cento – cioè 698 persone – sono morte in case di riposo, le Rsa dove durante il lockdown di marzo e aprile si erano creati i primi gravissimi focolai di coronavirus. E ancora il 4,65 per cento – cioè 142 persone – sono spirate a casa propria. Infine il 2,06 per cento – dunque 63 pazienti – sono scomparsi negli ospedali di comunità. Ne emerge un quadro che fa pensare e porta a chiedersi: è stato davvero il coronavirus a causare la morte degli oltre tre mila decessi del Veneto?

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La conferenza stampa di Zaia

Secondo il presidente della Regione, Luca Zaia, non è il momento di porsi tali domande. Per il governatore l’unica cosa importante al momento è far tornare a casa le persone che attualmente sono ricoverate. Lo ha detto lui stesso lunedì 23 novembre durante la sua conferenza stampa quotidiana, oltre a fornire i dati aggiornati sull’emergenza sanitaria nel territorio. Nella mattinata di lunedì i ricoverati risultavano 306 in Terapia intensiva, 2.395 in area non critica e 217 negli ospedali di comunità. Cifre non indifferenti, come sottolineato da Zaia. E i dati peggiorano velocemente: nel giro di mezza giornata i degenti intubati sono diventati 310 e i pazienti in altri reparti 2.428. Solo gli accolti nelle strutture intermedie sono diminuiti di due unità, scendendo a 215. Per quanto riguarda le persone in isolamento domiciliare, le unità sono invece scese a 37.920.

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