Coronavirus: 722 i morti, c’è un americano. Cosa succede allo Spallanzani

Sale a 722 il numero delle vittime in Cina per il Coronavirus. Alla lista si è aggiunto un cittadino americano che viveva a Wuhan. La situazione degli italiani in quarantena e dei contagiati allo Spallanzani.

Fino a poche ore fa erano 717, ma altre cinque persone nella notte hanno perso la vita e dunque il bilancio delle vittime da Coronavirus si attesta adesso a 722. E c’è anche un americano. Lo ha reso noto l’ambasciata. Si tratta della prima vittima statunitense da quando si è diffuso il virus. “Possiamo confermare che un cittadino americano di 60 anni, dichiarato positivo al coronavirus, è morto in un ospedale di Wuhan, in Cina, il 6 febbraio”, ha detto una portavoce dell’ambasciata statunitense a Pechino.

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“Sto bene, mi sento tranquillo. Al momento non ho nessun disagio particolare“. Sono le parole, citate dall’Ansa, riferite agli altri italiani in quarantena dal giovane di 29 anni ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma e risultato positivo al test del Coronavirus. I 55 italiani lo seguono e lo supportano costantemente anche a distanza.
Riparte intanto la quarantena per chi si trova ancora alla Cecchignola. La nuova sorveglianza sanitaria riparte per 14 giorni dal giorno del contagio. La proposta è quella di dimettere gli italiani sotto osservazione alla Cecchignola dopo due test di controllo faringei negativi, ha detto il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito, in conferenza stampa. “I colleghi della Cecchignola stanno tracciando tutti i contatti”che l’italiano ora ricoverato allo Spallanzani ha avuto” – ha detto ancora Ippolito. A oggi 8 febbraio, “oltre 400 cinesi rimasti bloccati sono stati riportati in Cina dall’Italia dalla Sichuan Airlines”. E’ scritto in un tweet postato sull’account dell’Ufficio del portavoce del ministero degli Esteri di Pechino: “Non c’è miglior posto per celebrare la Festa delle Lanterne della propria casa”.

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Intanto l’Italia chiude in via temporanea i suoi centri per i visti in Cina fino al 16 febbraio allo scopo di ridurre il rischio di contagio da coronavirus. Lo si legge in un avviso postato sul sito dell’ambasciata d’Italia a Pechino. A meno di ulteriori avvisi, la riapertura è attesa per il 17 febbraio. L’area dell’ambasciata è aperta solo a chi ha preso appuntamenti in anticipo e per questioni d’emergenza.

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