Processo Zaky, Patrick resta in carcere: “Ricorso rifiutato”

Lo studente si è presentato in manette e pallido in viso. Durante la deposizione Zaky ha detto: “Voglio solo tornare a studiare in Italia”.

patrick zaky

Nulla di fatto per quanto riguarda Patrick George Zaky. Lo studente egiziano era stato arrestato nei giorni scorsi e in queste ore si è presentato in tribunale. L’aula del tribunale di Mansura ha ospitato la richiesta di ricorso da parte del team di legali che lo sta affiancando. In particolare, a dare man forte a Zaky in questo percorso elgale sono stati gli avvocati dell’Egyptian initiative for human rights (Eipr), l’Ong per cui lavora. Ma stando a quanto affiora in queste ore dalla corte egiziana, non ci sono buone notizie per lui.

La corte ha infatti deciso di non fare, almeno per il momento, alcun passo indietro sulla decisione iniziale. Patrick George Zaky resterà in carcere fino a un nuovo aggiornamento del processo a suo carico. Tutto è stato rimandato a sabato prossimo, 22 febbraio, quando lo studente tornerà in aula per una nuova udienza, questa volta richiesta dall’accusa. A rendere nota la decisione da parte della corte è stato uno dei legali di Patrick, Wael Ghally, che ha anche espresso le motivazioni da parte dei giudici.

Il ricorso è stato rifiutato, Patrick sarà costretto a restare in carcere fino alla prossima udienza“. Poche parole condite da un grande rammarico, visto che i legali della Ong in cui figura Patrick Zaky hanno provato a dimostrare l’innocenza del giovane, che studia a Bologna. Presso la saletta laterale della corte di Mansura in Egitto c’erano tante persone ad attendere l’esito di questa udienza. Tra questi anche i rappresentnati delle ambasciate di Italia, Svezia e Canada in Egitto. Con loro anche gli altri quattro avvocati della Ong e alcuni agenti di polizia locale.

Un selfie di Patrick George Zaky scattato a Bologna (Foto
ANSA)

Le mosse dei legali di Zaky

Huda Nasrallah, uno dei legali di Patrick, ha preso la parola per prima. Ha raccontato la storia di uno studente arrestato per errore, dopo essere stato in vacanza lontano dall’Egitto. Dopodichè ha mostrato alcuni stamp di una pagina su Facebook in cui sono emerse alcune parti dei capi di imputazioni rivolte a Zaky. Imputazioni che, dal punto di vista dei legali della Ong, sono del tutto false. A seguire, hanno preso la parola gli altri tre legali incaricati dalla Eipr.

Infine, ha parlato anche Patrick Zaky. Poche parole, in cui non cerca a tutti i costi di professare la sua innocenza. Più che altro lo studente ha cercato di invocare il suo diritto a continuare a vivere la sua vita in maniera normale. “Sono uno studente. Studio a Bologna, in Italia per il mio master. Voglio solo tornare a studiare. Non ho fatto nulla di male“. Il tutto con una benda attorno agli occhi, come accade in Egitto nei confronti degli imputati finiti a processo.

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