Wes Anderson | i 5 film da rivedere nell’attesa di The French Dispatch

È stato finalmente pubblicato il trailer di The French Dispatch, prossimo film di Wes Anderson che vuole essere una lettera d’amore al mestiere del giornalista. Nell’attesa del film, che arriverà in sala la prossima estate, dopo essere passato presumibilmente dal Festival di Cannes, riscopriamo i migliori film del regista.

In attesa del nuovo The French Dispatch, ecco i cinque migliori film diretti da Wes Anderson.

Fantastic Mr. Fox

Il primo lungometraggio in stop motion di Wes Anderson confermò una cosa che evidentemente era già intuibile osservando i suoi film “dal vero”: l’animazione a passo uno è la dimensione perfetta per i suoi personaggi, rigidi nella loro fissità, ma animati da pulsioni sempre infantili ed elementari che si oppongono alla stasi. Proprio questa costante sfida tra la gabbia del proprio corpo e i sommovimenti interiori è uno degli elementi fondanti della poetica di Wes Anderson, che trova nel cinema in stop-motion, che si basa sul “non movimento” dei suoi personaggi tanto quanto sulle loro effettive azioni, la dimensione migliore.

Moonrise Kingdom

Se è vero che Wes Anderson riesce con ogni suo film a raccontare sempre la stessa storia cambiando tutto quello che gli ruota attorno (come d’altronde fanno altri maestri del cinema come Woody Allen) allora Moonrise Kingdom rappresenta la summa del suo cinema, mettendo al centro di tutto un amore limpido e cristallino, letteralmente indiscutibile, che non trova spazio in un mondo come sempre governato da regole “adulte” che nessuno sembra in grado di rispettare (anche gli adulti tentano comicamente di farlo, ma con scarsi risultati). Seguendo le vicende di due bambini (unici protagonisti assoluti, cosa che non accadeva da Rushmore) che si vestono da adulti e prendono ordini da adulti che invece si vestono come ragazzini, Wes Anderson va dritto al cuore del suo cinema.

Rushmore

Il secondo lungometraggio di Wes Anderson sembra fare di tutto per mettere in mostra la sconsolante normalità di figure apparentemente atipiche e fuori da ogni canone. Più di altri film del regista, Rushmore fa costante affidamento ai meccanismi più basilari della narrazione cinematografica (l’affetto paterno, la volontà di crescere quando si è bambini e di non crescere più quando si è ormai grandi, la ricerca di una felicità che non è mai arrivata o che si è perduta). C’è tutto il cinema di Anderson che seguirà, in una composizione formale meno imbrigliante di quella a cui ci ha poi abituati.

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L’isola dei cani

Il secondo film in stop-motion di Wes Anderson è forse meno inventivo e brillante di quello precedente, ma rappresenta un approdo naturale del regista nel territorio della distopia. L’ambientazione giapponese, poi, è perfetta per i suoi personaggi che cercano sempre di trattenere i propri sentimenti e mostrarsi rigorosi in ogni occasione (quello che generalmente pensiamo noi occidentali sulla popolazione giapponese). Esprimere anche l’emozione più semplice è sempre una impresa per i personaggi di Wes Anderson, che invece cercano rifugio nelle regole, nelle tradizioni e nei rituali (che rappresentano una costrizione, ma allo stesso tempo anche un conforto).

The Grand Budapest Hotel

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Non a caso il film che ha decretato definitivamente il successo mondiale di Wes Anderson arriva dopo Fantastic Mr. Fox. The Grand Budapest Hotel sembra essere in tutto e per tutto un film pensato per l’animazione (quella a cui fa riferimento è l’animazione televisiva degli anni ‘60 e ‘70), dalle svolte narrative semplicissime ai vestiti dei protagonisti, quasi sempre divise che da sole basterebbero a caratterizzare i personaggi (il carcerato, il concierge, i cattivi vestiti di nero).

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