De Magistris sulle Sardine, non diamole per morte. Interpretiamo i luoghi

Sulla manifestazione delle Sardine a Napoli è intervenuto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il primo cittadino. ha voluto lanciare un monito di equilibrio in merito alla diffusione delle idee dei ragazzi di piazza 

“Bisogna guardare alle Sardine con attenzione, vederne le idee belle, lo spontaneismo, l’ossigeno democratico ma bisogna sempre stare attenti a non darle per finite quando c’è una manifestazione che non va molto bene né pensare che sono il movimento di liberazione nazionale”.

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Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, commenta la scarsa
partecipazione che ha registrato ieri la manifestazione delle Sardine in piazza Dante. De Magistris ha aggiunto: “Bisogna sapere interpretare ogni luogo per quello che è. L’Emilia
Romagna è una cosa, la Campania e Napoli un’altra. Napoli da anni ha scelto e non è facile venire qui e dettare una ricetta.

Bisogna venire a Napoli, contaminarsi entrare nel corpo della città e provare tutti insieme a costruire con Napoli e altri luoghi un’Italia migliore e credo che le Sardine possano dare un contributo importante”. De Magistris ha definito le Sardine “un’esigenza di democrazia, di voglia di stare in piazza, di pungolare la politica” ma ha anche evidenziato che “quando un movimento inizia a confrontarsi con la continuità, con la costanza, con la proposta, con il governo delle cose e con la rivoluzione attraverso il diritto e non il comizio, ci si rende conto che non è facile”

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Il leader di questo nuovo movimento in questa gita è letteralmente fuggito alle domande sulle condizioni della città. Ha risposto a quelle su Luigi de Magistris e la sua amministrazione con un “non conosco la situazione”.

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Ha scelto ancora Scampia perché quel quartiere è un catalizzatore mediatico e non solo una periferia come tante altre di una città, Napoli, che è in affanno. Ha incontrato gli operai della Whirlpool dicendo “che le sardine sono le uniche a dare voce a queste realtà” quando da maggio tutti danno voce a questi operai in lotta, spesso trasformati in oggetti mediatici e sono stati nelle bocche e nei comunicati di tutti i politici locali e nazionali, quando il problema reale è che nessuno ha idea di quale sia la soluzione e nessuno ha il coraggio di ripensare la politica industriale italiana. Ha dato patenti di dignità e purezza ai candidati e ai possibili candidati senza espirmere progetti, ma rimanedno solo ai nomi.

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