Coronavirus, ricerca italiana ricostruisce la mutazione che lo ha reso umano

A seguito dell’emergenza pandemia da coronavirus scattata ormai in molti paesi del mondo, erano tante le voci che vedevano il nuovo Covid-19 un prodotto da laboratorio o frutto di complotti: eppure, una ricerca italiana ha definitivamente sfatato l’origine artificiale del virus.

mutazione coronavirus ricerca

In buona sostanza, ciò che è stato portato a termine dal gruppo di ricerca di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-medico di Roma è un risultato molto importante. Il team di ricercatori, guidato dal professore Massimo Ciccozzi, è riuscito infatti a ricostruire la mutazione genetica che ha trasformato il coronavirus degli animali in un virus umano – e quindi adattato all’organismo degli esseri umani tanto da riuscire ad infettarli.

LEGGI ANCHE: Coronavirus Pavia, fugge dalla quarantena per andare a lavorare nel ristorante
LEGGI ANCHE: Coronavirus Catania: si cerca chi è entrato in contatto con la donna contagiata

Altro successo italiano: ricostruita la mutazione genetica del Coronavirus

Il gruppo di ricerca romano ha reso disponibile la pubblicazione della scoperta online, in un articolo che verrà in seguito pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Virology. L’autore della scoperta è lo studente Domenico Benvenuto, che insieme al supporto di tutto il team è riuscito a ricostruire “l’albero genealogico” delle mutazioni studiando le sequenze genetiche del virus in circolazione già da diversi mesi in Cina.

Lo studio delle sequenze ha quindi permesso di identificare quale mutazione è stata quella decisiva per il “salto di specie“, ovvero quella che ha permesso al virus di diventare infettivo anche per l’organismo umano. Del resto, ricordiamo, il nuovo coronavirus nasce come virus tipico degli animali, estremamente diffuso tra l’altro soprattutto tra i pipistrelli.

mutazione coronavirus ricerca

Massimo Ciccozzi, professore e responsabile dell’UR in Statistica Medica ed Epidemiologia Molecolare del Campus Biomedico di Roma, ha parlato della scoperta per le penne dell’ANSA. “È stato un cambiamento decisivo, una mutazione molto particolare avvenuta fra il 20 e il 25 novembre“, spiega il professore.

Che ha poi spiegato come anche il coronavirus SarsCoV2, esattamente come avviene per gli altri virus, “muta in continuazione e cerca di cambiare aspetto per essere in equilibrio con il sistema immunitario ospite”. La mutazione decisiva per il nuovo coronavirus, in questo caso, sarebbe stata la trasformazione della proteina di superficie, la cosiddetta “spike” (in italiano punta, o spina), la stessa che il virus usa per aggredire le cellule dell’ospite, così da poterle invadere e poi moltiplicarsi.

LEGGI ALTRE NOTIZIE DI CRONACA: clicca QUI

Come spiega Ciccozzi, infatti, “È stata la mutazione della proteina spike che ha permesso al virus di fare il salto di specie. È una proteina abbastanza conservata nella storia evolutiva del virus, e questa mutazione le ha permesso di fare il passaggio dall’animale all’uomo, innescando l’epidemia umana”.

Impostazioni privacy