Influenza e Coronavirus: quali le differenze per non confonderli e i dati

Influenza e Coronavirus: Le differenze sintomatiche basilari e alcuni dati Istat sull’influenza stagionale.

burioni dice basta bugie su coronavirus

Per chi si chiedesse quali sono le differenze tra il coronavirus e l’influenza, la prima risposta è semplice: contro la pandemia del coronavirus annunciata ieri dall’OMS, l’uomo non ha anticorpi, quindi non si possono fare paragoni tra i due fenomeni infettivi.

Influenza e sintomi del Coronavirus

Vero è che ogni anno molte persone muoiono a causa dell’influenza stagionale, ma si dispone di cure per affrontarla e nella stragrande maggioranza di casi di decesso per influenza stagionale, ci sono complicanze pregresse.

Per quanto riguarda il Coronavirus in Italia, i contagiati hanno superato le 12mila unità, e molti italiani sono sono a letto con l’influenza temendo di non riconoscere le differenza tra i diversi sintomi: come agire poter evitare di sovrapporre i sintomi dell’influenza a quelli del coronavirus e guardarsi dalla psicosi di gruppo?

IL medico francese Gérald Kierzek, intervistato da LCI ha individuato che “entrambi sono sindromi virali, che più o meno causano febbre, tosse, dolori muscolari e affaticamento, tuttavia “l’influenza – ha proseguito il medico – ha comunque un inizio probabilmente più brutale, con febbre alta e forti dolori”. Sul Coronavirus ha indicato invece che la ”febbre sembra più moderata tanto che i pazienti non sono costretti a letto come nel caso dell’influenza”. Le difficoltà respiratorie, in seguito, si possono aggravare in base al quadro clinico del singolo paziente.

leggi anche >> Decreto “Resto a casa”: cosa possiamo e non possiamo fare, davvero

(Photo by STR/AFP via Getty Images)

Dati Iss e Istat sull’influenza stagionale 

Queste le differenze sintomatiche primarie. Per quanto riguarda invece i dati riguardanti l’influenza stagionale, l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato un report sul proprio portale sui dati relativi a quanti sono ogni anno in Italia i morti per influenza.

Stando al calcolo dei ricercatori dell’Istituto si registrano in Italia circa 8 mila decessi all’anno a causa della malattia stagionale o relativamente alle sue complicanze, con picchi di 12 mila a seconda delle stagioni. La stima tiene conto anche dei dati Istat.

Il dato di mortalità in tempo reale non esiste – spiega Antonino Bella, del dipartimento malattie infettive dell’Istituto – Si utilizza così quello dell’Istat che arriva dopo due anni. Nei loro numeri troviamo poche centinaia di morti per influenza all’anno. Ma sappiamo che per avere la certezza di quella causa va fatto un tampone, cosa che ovviamente non avviene in tutti i casi di decesso“.

In questo modo in tutti i Paesi le statistiche considerano i dati di mortalità anche legata anche a complicanze dell’influenza. “Ad 8 mila siamo arrivati valutando anche, ad esempio, le polmoniti e certi arresti cardiaci“, dice sempre Bella.

L’Istituto ha approfondito anche sulla stagione 2019-2020. “Dai dati finora disponibili emerge che è stata caratterizzata da un periodo iniziale di bassa incidenza, che si è protratto fino alla fine di dicembre 2019, e da un intensificarsi dell’attività virale con l’inizio del nuovo anno“.

leggi anche >> Il Coronavirus è una pandemia: che cosa significa e cosa dobbiamo fare, ora

Il picco dell’epidemia e i dati dell’influenza stagionale

Il picco dell’epidemia è arrivato nella quinta settimana del 2020 (dal 27 gennaio al 2 febbraio 2020), “con un livello pari a circa 13 casi per mille assistiti, valore che colloca la stagione in corso a un livello di media intensità“. Durante la stagione precedente il picco si era verificato nella stessa settimana ma l’incidenza era stata un po’ più alta (14 per mille).

Coronavirus
Coronavirus (GettyImages)

Dall’inizio della sorveglianza (fissata al 14 ottobre 2019), fino alla settima settimana del 2020, sono stati stimati circa 5.632.000 casi di sindrome simil-influenzale in tutto il Paese“.

Ad essere particolarmente colpite le Regioni del centro Italia, dove la fascia pediatrica risultava quella più colpita, in particolare i bambini sotto i 5 anni.

I dati della sorveglianza delle forme gravi e complicate di influenza confermata in laboratorio in pazienti ricoverati in terapia intensiva mostrano che dall’inizio della sorveglianza sono stati confermati 157 casi gravi di influenza (tra cui 30 decessi)“.

L’82% dei casi gravi e il 97% dei decessi da influenza confermata segnalati al sistema presentano almeno una patologia cronica preesistente.

Bella ricorda i casi gravi e i decessi a questi legati alla fine si rivelano solo una piccola parte del numero totale dei morti: “Nei casi gravi che analizziamo, ad esempio, non rientrano le polmoniti di pazienti che non vanno in terapia intensiva, che sono molti di più di quelli che ci finiscono. E poi ci sono tutti quelli che anche altre patologie, di cui l’influenza può essere una complicanza. Così abbiamo bisogno di prendere dall’Istat i dati dell’influenza ma anche delle sue complicanze“.

Impostazioni privacy