Coronavirus, ISS “8 giorni dall’insorgenza dei sintomi alla morte”

L’Istituto Superiore della Sanità (ISS) ha diffuso un report nel quale analizza il tempo medio tra l’insorgenza dei sintomi del Coronavirus alla morte: 8 giorni.

Coronavirus, ISS 8 giorni dall'insorgenza dei sintomi alla morte (Getty) - meteoweek.com
Coronavirus, ISS 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi alla morte (Getty) – meteoweek.com

Il report dell’ISS è stato pubblicato sul sito Epicentro e analizza le caratteristiche dei pazienti morti a causa del Coronavirus. Nel rapporto viene mostrato il tempo che intercorre tra l’insorgenza dei sintomi della malattia Covid-19, il ricovero in ospedale e il decesso.

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Dal report si evince che il tempo medio del decorso della malattia fino alla morte è di 8 giorni e che la terapia antibiotica è stata utilizzata nella maggior parte dei trattamenti che hanno poi condotto al decesso del paziente.

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Il documento diffuso dall’Istituto Superiore della Sanità è stato aggiornato il 17 marzo e aiuta a far chiarezza sulle caratteristiche delle vittime del Coronavirus: “dall’insorgenza dei sintomi al decesso (8 giorni), dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale (4 giorni) e dal ricovero in ospedale al decesso (4 giorni)“. Dai dati analizzati per la stesura del report è emerso anche che il tempo tra il ricovero in ospedale e la morte è più lungo di un giorno nei casi in cui i pazienti venivano trasferiti subito nel reparto di rianimazione.

Le terapie antibiotiche sono le più letali

Il report dell’ISS analizza anche i dati sulle terapie utilizzate per la cura del Covid-19. “Nelle persone decedute positive al Covid-19 la terapia antibiotica è stata quella più utilizzata (83 percento dei casi), meno utilizzata quella antivirale (52 percento), più raramente la terapia steroidea (27 percento).”

Coronavirus, ISS 8 giorni da insorgenza dei sintomi alla morte (Getty) - meteoweek.com
Coronavirus, ISS 8 giorni da insorgenza dei sintomi alla morte (Getty) – meteoweek.com

Il report aggiunge anche che “il comune utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni o è compatibile con l’inizio della terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di COVID-19. In 25 casi (14,9 percento) sono state utilizzate tutte 3 le terapie“.

Quali sono le caratteristiche delle vittime del Coronavirus

Per quanto riguarda le caratteristiche dei pazienti positivi al Covid-19 e deceduti a causa dell’aggravarsi della malattia, si è riscontrata la presenza di altre patologie contemporanee al contagio.

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Il numero medio di patologie nella popolazione italiana è di 2.7. Questo vuol dire che 3 pazienti deceduti non avevano altre patologie pregresse (0,8%), 89 pazienti avevano una patologia (25,1%), 91 presentavano 2 patologie (25,6%) e ben 172 pazienti vittime del Coronavirus ne avevano almeno 3 (48,5%). Il ricovero in ospedale è avvenuto in 3.281 casi, circa il 13% dei casi totali di contagio, di essi 397, circa il 12%, sono stati trasferiti nei reparti di terapia intensiva.

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Fino a lunedì 16 marzo in Italia c’era ancora una provincia che non era stata colpita dall’epidemia di Coronavirus: Isernia. Ma oggi è stato registrato il primo caso. Si tratta di un anziano di una regione diversa dal Molise, di lui si sa solo che ha 83 anni e che è stato ricoverato diversi mesi fa nella clinica Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, per seguire delle terapie neuro riabilitative. Le regioni più colpite dall’epidemia sono, comunque, tutte nel nord Italia o al centro: Lombradia, Emilia-Romagna, Veneto e Marche.

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