Nessun morto è accettabile” ma “non ha senso sottoporre ai test l’intera nazione”, ha detto il presidente Donald Trump,  durante la conferenza stampa sul coronavirus. “No, non voglio fare il test a 350 milioni di persone”, ha replicato, sostenendo che gli Stati Uniti stanno gestendo i tamponi meglio degli altri Paesi, anche della Corea del Sud che pure, ha riconosciuto il presidente americano, ha fatto un buon lavoro. Il presidente si è anche scagliato contro l’Organizzazione mondiale della sanità, accusandola di essere “molto ben orientata a favore della Cina”. Nel frattempo il presidente ha incassato dal Senato il via libera al maxi piano di aiuti da oltre 2 mila miliardi di dollari per contrastare l’impatto economico del coronavirus. La misura ora passa alla Camera. Trump dice di essere pronto ad espandere gli aiuti: “Se dovremo tornare al Congresso per avere altri soldi ci torneremo”. Secondo il ministro del Tesoro Steven Mnuchin il pacchetto di aiuti consentirà all’economia statunitense di rimanere a galla per tre mesi.



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Il coronavirus ha affossato l’economia di Singapore nel primo trimestre. Il Pil è sceso del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo le stime preliminari del governo della città-Stato che è il quarto hub finanziario del mondo. Venezuela: La vicepresidente esecutiva Delcy Rodríguez, ha annunciato a Caracas che le autorità sanitarie locali hanno verificato l’esistenza di altri 15 nuovi casi di coronavirus che portano il totale nazionale dei pazienti a 106. In una conferenza stampa, riferisce la tv Telesur, Rodríguez ha segnalato che il governo si è confrontato per mettere a punto la strategia di contrasto del Covid-19 con le organizzazioni del sistema Onu presenti a Caracas. Rodríguez è tornata a rivolgere un appello alla comunità internazionale per la sospensione, per ragioni umanitarie, delle sanzioni unilaterali imposte al Venezuela. 

Bolivia: La presidente ad interim  Jeanine Anez, ha dichiarato uno stato di emergenza sanitaria che entra in vigore oggi su tutto il territorio nazionale. Lo riferisce il portale di notizie Erbol. La misura, motivata dal poco rispetto da parte della popolazione della quarantena disposta dalle autorità sanitarie, rimarrà in vigore fino al prossimo 15 aprile. Ieri sera erano stati ufficializzati sette nuovi contagi, con un totale generale salito a quota 39. La più severa delle misure previste: i boliviani, fra i 18 ed i 65 anni, potranno uscire di casa una volta la settimana, da lunedì a venerdì e fra le 8 e le 12, per provvedere agli acquisti dei generi di prima necessità, alimentari e medicine, in una rotazione regolata dall’ultimo numero del documento di identità. Sabato e domenica sarà invece proibita ogni uscita da casa. L’emergenza prevede anche lo stop alla circolazione dei veicoli pubblici e privati, con l’eccezione di quelli delle forze di sicurezza e  della sanità, ed un inasprimento delle multe per i trasgressori.