Regolarizzazione immigrati, Bonino: “Più gettito, più lavoro e più legalità. Perché no?”

Emma Bonino si schiera da parte della ministra Bellanova, ora presa di mira anche dalla Lega: per la leader di Più Europa, la regolarizzazione degli immigrati offrirebbe più gettito, più lavoro e più legalità allo stato italiano.

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Emma Bonino, leader del partito Più Europa, torna a prendere di petto la questione dei migranti, in particolare per quanto riguarda la manovra che vorrebbe portare alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri. Una posizione, la sua, che appoggia la proposta avanzata da Bellanova. “Una marcia indietro sulla proposta coraggiosamente avanzata dalla Ministra Bellanova sarebbe un grave errore da tre punti di vista”, esordisce infatti la senatrice.

Tale intervento si riallaccia anche al blocco che una simile misura troverebbe da parte del Movimento 5 Stelle. “Continueremo a fare tutto quello che serve a fare emersione di lavoro nero, italiani o stranieri. Ma se c’è una sanatoria modello Maroni, Bossi, Fini e altri noi non ci stiamo“, ha spiegato non a caso Vito Crimi, capo politico pentastellato, ospite di oggi nella trasmissione “Mattino 24” su Radio 24.

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Bonino sulla regolarizzazione degli immigrati: “Perché no?”

Per Emma Bonino, però, non portare a termine la regolarizzazione degli immigrati provocherebbe tre gravi errori. “In primo luogo, priverebbe il nostro sistema produttivo di un apporto di forza lavoro essenziale, anche in considerazione del fatto che gli stagionali intra-Ue sono ancora bloccati, come tutti, nei rispettivi Paesi. In secondo luogo, farebbe il gioco del caporalato criminale e costringerebbe centinaia di migliaia di persone alla schiavitù dello sfruttamento. In terzo luogo, priverebbe il bilancio dello stato di entrate fiscali e contributive annue da parte dei regolarizzati stimabili tra i 3 e i 4 miliardi di euro l’anno. Con la regolarizzazione, ci saranno più gettito, più lavoro e più legalità. Perché no?” spiega dunque la Bonino.

E conclude poi l’intervento: “Ad ogni modo, la polemica interna alla maggioranza e al governo sulla regolarizzazione di centinaia di migliaia di stranieri che lavorano stabilmente in Italia, ma privi di un permesso di soggiorno, conferma che sul Governo Conte II continuano a pesare tutti i veti e le ipoteche ideologiche ereditate dal governo Conte I”.

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Una “misura tardiva” e “già proposta dal centrodestra”

Già nella giornata di ieri, Emma Bonino aveva toccato lo stesso argomento ribadendo come le incertezze in merito alla regolarizzazione degli immigrati non solo siano pericolose e controproducenti, quanto anche figlie di un provvedimento che non odora affatto di nuovo.

“Non so se sia vero che la discussione sulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri privi di permesso di soggiorno, che pare molto avanzata nel dialogo tra i vari ministeri, rischi di arenarsi politicamente di fronte al veto del M5S. Io continuo a pensare che la regolarizzazione di lavoratori essenziali per l’economia e le famiglie italiane sia il minimo che si può richiedere sul fronte della riforma delle politiche dell’immigrazione”, aveva infatti spiegato la leader di Più Europa.

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Aggiungendo e concludendo: “È una misura perfino tardiva e peraltro identica a quella assunta per ben due volte dai governi del centrodestra con la Lega. Tutt’altro che una misura ‘rivoluzionaria’. Oggi, a ragioni di diritto, sicurezza e legalità economica si aggiungono anche ragioni di necessità e urgenza, perché senza lavoratori stranieri, interi settori, a partire dall’agricoltura si fermeranno”.

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