Frontiere: dal 3 giugno l’Italia riapre i confini, ma ecco la situazione in Ue

L’Italia ha predisposto la riapertura delle frontiere dal 3 giugno per tutti i cittadini dell’area Schengen, senza obbligo di quarantena. Anche l’Austria riparte, ma solo verso i Paesi confinanti. Domani l’argomento verrà affrontato in maniera più organica dai ministri degli Esteri Ue in videoconferenza.

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Nel discorso di ieri sera il premier Giuseppe Conte ha tolto ogni dubbio: l’Italia dal 3 giugno riaprirà le frontiere ai cittadini dell’area Schengen, e chi arriverà sul territorio nazionale non sarà obbligato ad affrontare la quarantena. La misura sarà adottata, ha spiegato Conte, anche per fornire un maggiore impulso a un settore turistico che è già stato duramente colpito dai lockdown che hanno attraversato l’Europa. Domani, 18 maggio, probabilmente sapremo anche cosa sarà di noi italiani, scopriremo se potremo ricominciare a spostarci nei Paesi Ue liberi da quarantene e autocertificazioni. Proprio domani, infatti, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio incontrerà in videoconferenza i suoi omologhi degli altri Paesi Ue per affrontare l’argomento. La missione sarebbe una: utilizzare al meglio le prossime due settimane per garantire un’uscita dal confinamento completa e coordinata.

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L’impegno è massimo, visto e considerato che il settore turistico nell’Ue vale il 10% del Pil complessivo, per un valore di 1.400 miliardi. Il turismo assume un ruolo capitale tanto più se ci si sposta in Italia, dove il settore rappresenta la principale attività economica di alcune regioni. La Commissione Ue mercoledì scorso ha dunque presentato delle linee guida, delle avvertenze fornite agli Stati membri per uscire gradualmente dal lockdown limitando il più possibile il rischio. Si tratta, in fondo, di consigli per un’azione coordinata, su cui poi decideranno i singoli Stati. La Commissione Ue, infatti, non ha alcun potere sugli spostamenti interni a un singolo Paese membro: spetterà agli Stati decidere degli spostamenti interni al loro territorio. La linea guida individuata dal pacchetto Ue sarebbe inoltre fondata sul principio di non discriminazione: se uno Stato decidesse di aprire al suo interno, dovrebbe farlo in modo non discriminatorio, consentendo l’accesso a chi proviene da aree, regioni o Paesi che nell’Ue hanno una simile situazione epidemiologica e capacità sanitaria. Tant’è che alcuni Stati si stanno già organizzando per aprire le frontiere ai Paesi limitrofi.

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In genere, la linea dell’Ue a riguardo sembra chiara: massima prudenza per evitare una seconda ondata di contagi. Tre sono i criteri europei per un allentamento del lockdown coordinato. Il primo è il criterio epidemiologico (a monitorare e aggiornare i dati sarà un’unica agenzia europea). Poi gli altri due criteri: capacità di contenimento e capacità di tracciamento attraverso le app. Ogni Stato e ogni compagnia nel settore dei trasporti dovrà preoccuparsi di garantire le misure indispensabili di contenimento del contagio e distanziamento sociale. La Commissione sta già predisponendo una mappa di “zone verdi” e “zone rosse” interne all’Europa, fondata sulla capacità dei Paesi di aderire alle linee guida. Lo scopo è raggiungere una riapertura totale delle frontiere da metà giugno. Intanto i diversi Paesi si organizzano come possono. L’Italia, al momento, resta fuori dalla riapertura delle frontiere di diversi Stati Ue.

Frontiere Ue, tra chiusure e riaperture differenziate

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Le frontiere Italia-Austria. L’Austria riaprirà le frontiere con Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Saranno comunque effettuati controlli ai confini, ma più leggeri. Si spera, quindi, in un recupero della libera circolazione di merci e persone, soprattutto per quanto riguarda i pendolari a ridosso delle frontiere. La notizia si aggiunge a un’altra decisione presa dall’Austria tre giorni fa: la riapertura delle frontiere con Germania, Liechtenstein e Svizzera. Resta chiuso il traffico Italia-Austria, se non per motivi di lavoro e traffico merci. Le uniche condizioni per entrare se si proviene dall’Italia sono: presentare un tampone negativo o accettare il periodo di quarantena.

Frontiere Italia-Slovenia. La Slovenia, dopo una prima apertura si confini aperti per i cittadini Ue, ha poi precisato: sono necessari negoziati bilaterali con gli Stati limitrofi. La Slovenia, che è anche stato il primo Paese a dichiarare la fine dell’emergenza, perseguirà la strada dei controlli alle frontiere. Solo chi è in possesso di un test negativo non più vecchio di 4 giorni può superare la frontiera.

Viaggi per la Grecia. Collegamenti sospesi con l’Italia fino al 31 maggio. E’ quanto specificato sul sito dell’ambasciata d’Italia ad Atene. Anche perché, come ricorda il sito, in base alla normativa italiana sono vietati spostamenti dall’Italia all’estero per motivi di turismo.

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Le riaperture della Svizzera. Saranno riaperte le frontiere con Germania, Francia e Austria. Ma si resta cauti, e si attendono nuovi dati sull’evoluzione dell’epidemia. Le frontiere aperte anche per il settore turistico riguarderanno gli spostamenti Austria-Germania, e Francia-Germania. Ancora niente per l’Italia. Le frontiere, per gli italiani, restano aperte solo se in possesso di un permesso di lavoro o di soggiorno.

Le frontiere della Spagna. A quanto pare Madrid ha prolungato lo stato di emergenza per un altro mese. Prevista la quarantena per chi arriva dall’Italia.

La Francia riapre. Frontiere aperte per chi si reca in Francia per ricongiungersi con famigliari o motivi di lavoro “essenziali”.

La Germania. Frontiere aperte, per il momenti, per chi è residente o per motivi di “comprovata urgenza”. Resta obbligatoria la quarantena di 14 giorni per chiunque.

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