Francia, guai imprevisti per Macron: a rischio la maggioranza alla Camera

La maggioranza di Macron scricchiola e perde i pezzi: Lrem, fondato dal presidente, scende a 288 seggi. L’ancora di salvataggio per il Governo è rappresentata dai 46 parlamentari di Modem

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Il presidente francese Macron

Guai imprevisti per Macron e la sua maggioranza di governo. In un momento particolarmente delicato sul fronte politica estera, il presidente francese deve fare i conti con alcune crepe all’interno del governo, soprattutto alla Camera. La notizia era nell’aria da giorni in Francia ed è stata formalizzata oggi: un nuovo gruppo parlamentare, composto da 17 deputati –  per lo più di dissidenti del Lrem, il movimento fondato dal presidente Emmanuel Macron –  ha ufficializzato la sua costituzione.

Si chiama ‘Ecologia Democrazia Solidarieta” e si qualifica come ‘indipendente’, non schierato. La nuova formazione, in questo modo, fa perdere la maggioranza assoluta al presidente. Lrem infatti scende a 288 seggi, uno in meno dei 289 necessari per avere la maggioranza. Cosa succederà a questo punto? In realtà una via d’uscita che permetta di scongiurare la crisi esiste. Il Governo potrà comunque contare sull’appoggio dei 46 deputati del movimento alleato di centro Modem per far passare i testi dei provvedimenti legislativi. A Parigi si fa peraltro notare come la formazione ‘dissidente’ abbia un numero di aderenti inferiore rispetto alle indiscrezioni che erano circolate nei giorni scorsi. Inizialmente all’Assemblea Nazionale, Lrem aveva 314 rappresentanti, ma il loro numero è via via sceso per abbandoni ed esclusioni.

“Scissioni sono un affronto al presidente Macron”

Le reazioni a questa mossa non sono tardate ad arrivare. Il ministro dell’Economia Bruno Le Maire non si è risparmiato parlando di “grenouillages” (in francese grenouille significa rana, dunque saltare da un gruppo ad un altro). “Mi dispiace – le sue parole odierne – che qualcuno giochi ancora sulla contrapposizione sinistra-destra, un paradigma che i francesi avevano scelto di superare col voto del 2017. E’ un affronto al presidente Macron e una mancanza di rispetto verso gli elettori”, ha aggiunto, un concetto poi ripreso anche dalla portavoce di LREM Marie-Christine Verdier-Jouclas.

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Il ninistro della sanità francese Olivier Veran (Photo by LUDOVIC MARIN/AFP via Getty Images)

Il caso arriva a poche settimane dai ballottaggi delle elezioni municipali, il cui primo turno si era tenuto a marzo, salvo poi rimandare il secondo causa virus. Il Comitato scientifico transalpino ha dato il via libera per completare la tornata elettorale che vede il rinnovo dei sindaci di 35.000 Comuni, compresa Parigi, dove la favorita è la sindaca uscente Anne Hidalgo, socialista, e dove il partito di Macron ha fatto flop al primo turno. Pur non essendoci un vero e proprio allarme, questo segnale, per l’inquilino dell’Eliseo, è più di un campanello d’allarme: gli scissionisti sono chiaramente i rappresentanti dell’ala sinistra ed ecologista di LREM, che pur in piena emergenza non hanno esitato ad esprimere la loro disapprovazione soprattutto sulle politiche sociali, migratorie e ambientali. Tra loro c’è anche l’ex ministra dell’Ecologia Delphine Batho, “hollandiana”.

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