BankItalia attacca le banche italiane: “Più veloci nei prestiti alle imprese”

La Banca d’Italia lancia un monito agli istituti di credito italiani che sono lenti nell’erogare prestiti alle imprese.

Una vera e propria strigliata, in piena regola: Bankitalia attacca le banche in ritardo sul fronte dell’erogazione dei prestiti alle imprese. Palazzo Koch ha inviato una lettera agli istituti ‘ritardatari’ in cui chiede conto dei motivi all’origine della lentezza ed invita ad “attivarsi rapidamente” per rimuovere eventuali cause di ritardo “imputabili a loro carenze”. Lo ha comunicato il capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, Paolo Angelini, che nel corso di un’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche ha sottolineato come “la rapidità dei prestiti è sacrosanta. Come ha sottolineato Angelini, l’ampliamento del ricorso all’autocertificazione da parte dei clienti che richiedono i prestiti garantiti, che è contenuto nell’emendamento approvato dal Parlamento al decreto liquidità, “dovrebbe contribuire a snellire il processo”. I dati raccolti da Bankitalia evidenziano comunque nel complesso “un rapido miglioramento” dei tempi di effettiva erogazione dei crediti garantiti da parte delle banche rispetto alle domande dei clienti “ma confermano l’eterogeneità” fra i diversi istituti di credito.

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Il capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, Paolo Angelini

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Dalle prime evidenze, spiega il capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria, i ritardi “non sono legati al capitale o alla liquidità” delle banche ma a una serie di fattori temporanei quali l’organizzazione, l’elevato numero di domande, le norme e le difficolta’ della pandemia. Angelini ha quindi aggiunto che l’ampliamento del ricorso all’autocertificazione da parte dei clienti che richiedono i prestiti garantiti, contenuto nell’emendamento approvato dal Parlamento al decreto liquidità appare “condivisibile” e “dovrebbe contribuire a snellire il processo, e limitare gli ambiti di discrezionalità delle banche in materia di valutazione del merito di credito per i finanziamenti”. Tuttavia, come nella formulazione originaria, “la legge non chiarisce se la valutazione del merito di credito possa esaurirsi nella verifica formale dei soli requisiti per l’accesso al credito previsti dalla legge stessa. È dunque presumibile che un certo grado di eterogeneità dei comportamenti potrà rimanere”. Comunque in Italia, nel bimestre marzo-aprile sono stati erogati alle imprese “crediti per 22 miliardi, a fronte di 27 in Germania, 59 in Francia e 35 in Spagna”, ha detto Angelini in audizione. “Per il settore delle famiglie, al contrario – ha chiarito – nel bimestre marzo-aprile si è registrata, sia in Italia sia nel complesso dell’area, una contrazione del credito, coerentemente con la contrazione del clima di fiducia, dei consumi e delle transazioni sul mercato degli immobili”. Sul fronte dell’ “effettiva erogazione dei finanziamenti garantiti si riscontrano ancora ritardi e frizioni” ma “nelle settimane più recenti stiamo assistendo a significativi progressi; siamo fiduciosi che possano continuare”, Anche le banche saranno colpite dalla crisi innescata dalla pandemia di coronavirus. “Le simulazioni a nostra disposizione non sono certo rassicuranti – ha affermato Angelini – la perdita del Pil non potrà non incidere sulle imprese, e quindi sulle banche. Non dimentichiamo che le banche sono imprese di mercato”.

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